IBM svela il T-Rex dei mainframe

IBM svela il T-Rex dei mainframe

Il gigante vuole smentire chi ritiene i mainframe creature preistoriche prossime all'estinzione e rilascia T-Rex, nome in codice di un dinosauro pronto ad azzannare gli avversari
Il gigante vuole smentire chi ritiene i mainframe creature preistoriche prossime all'estinzione e rilascia T-Rex, nome in codice di un dinosauro pronto ad azzannare gli avversari


Armonk (USA) – Con il “soprannome” dato al suo nuovo e mastodontico mainframe, T-Rex, IBM è pronta a dimostrare che i dinosauri informatici sono ben lungi dall’estinguersi.

Il nuovo mostro che Big Blue si appresta a presentare domani porta il nome commerciale di z990 ed è capace di elaborare 450 milioni di istruzioni al secondo, un terzo in più di quanto può fare il più veloce mainframe attualmente offerto da IBM.

Il sistema disporrà inizialmente di 32 processori, ma IBM ha già pianificato, fra qui e l’inizio del 2004, modelli a 48 e 64 processori.

IBM sostiene che, nonostante tutti i necrologi scritti negli ultimi vent’anni, i mainframe non solo sono ancora vivi e vegeti, ma goderebbero di una seconda giovinezza: negli ultimi anni IBM è infatti riuscita non soltanto ad abbassare sensibilmente il costo di queste macchine, ma anche a svecchiare il concetto stesso di mainframe attraverso l’introduzione di nuovi software e funzionalità. Dopo il supporto a Linux , IBM si prepara ad esempio a portare sui propri mainframe la tecnologia di partizionamento, la stessa utilizzata per suddividere un sistema in più server virtuali e fra loro indipendenti.

IBM promuove i propri mainframe affermando che questi sono in grado di rimpiazzare decine o persino centinaia di server ad un costo competitivo e con vantaggi in termini di consolidamento, amministrazione e affidabilità.

Il colosso ha anche svelato nuovi dettagli su Blue Gene, un progetto attraverso cui vuole costruire una nuova generazione di supercomputer che possano riportare in USA un primato, quello del computer più veloce al mondo, soffiatole lo scorso anno dalla giapponese NEC con l’ Earth Simulator .

L’annuncio è anche dell’inizio della costruzione dei chip che verranno utilizzati nel primo supercomputer Blue Gene, il modello “L”, su cui girerà Linux e che sarà capace di gestire fino a 65 nodi: ogni nodo conterrà un chip in cui si troveranno integrate due CPU, quattro FPU, 4 MB di memoria e alcuni moduli per il networking.

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Pubblicato il 12 mag 2003
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