IDC: Windows 2000 è più economico di Linux

IDC: Windows 2000 è più economico di Linux

Un autorevole studio sembra sfatare uno dei miti che aleggiano intorno a Linux, ovvero che il suo total cost of ownership sia inferiore, nel tempo, a quello di Windows. Pinguino vincente solo sui Web server
Un autorevole studio sembra sfatare uno dei miti che aleggiano intorno a Linux, ovvero che il suo total cost of ownership sia inferiore, nel tempo, a quello di Windows. Pinguino vincente solo sui Web server


San Francisco (USA) – I più convinti supporter di Linux, appoggiati anche da alcuni analisti, sostengono da tempo che uno dei punti di forza del noto sistema operativo libero consista nei suoi bassi costi, inferiori sia a quelli di Unix che a quelli di Windows.

Un recente studio pubblicato da IDC , e commissionato da Microsoft, sembra ora voler sfatare un altro di quelli che il big di Redmond chiama “i falsi miti di Linux”, dimostrando che il Pinguino, nella stragrande maggioranza degli scenari applicativi, avrebbe un TCO più elevato rispetto a Windows 2000.

L’indagine, effettuata su di un campione di 104 aziende nord americane di medie e grandi dimensioni, ha stimato i costi di possesso di Windows e Linux nell’arco di cinque anni per le seguenti aree d’impiego: infrastruttura di rete, server di stampa, server di file, server Web e applicazioni di sicurezza. Di queste cinque, Linux risulterebbe effettivamente più economico in una sola area: quella dei Web server, dove mostra costi più bassi del 6%. In tutti gli altri campi applicativi, il TCO di Windows 2000 risulta migliore di quello dell’avversario di una percentuale compresa fra l’11% e il 22%.

Nel suo rapporto, intitolato “Windows 2000 Versus Linux in Enterprise Computing”, IDC spiega che sebbene il costo della licenza di Windows sia sensibilmente più elevata rispetto a quella di una distribuzione (anche commerciale) di Linux, questa incide solo per il 4,6% sul TCO: la porzione maggiore dei costi di possesso sarebbe infatti rappresentata per il 62,2% dalla retribuzione del personale tecnico e per il 23,1% dai tempi di fermo macchina (downtime). Anche l’hardware avrebbe un’incidenza solo marginale sul TCO, pari al 4,4%.

“Lo studio mostra molto chiaramente come i costi iniziali, inclusi quelli riguardanti l’hardware e il software, non sono le voci più rilevanti nel valore del TCO quinquennale”, ha detto Al Gillen, un analista di IDC. “Pensateci. Quanto ci mettete a sorpassare il costo del software quando avete un membro dello staff altamente retribuito che amministra il sistema?”.

IDC sostiene che il confronto fra Linux e Windows, in termini di costi, va fatto proprio considerando quelle spese, come l’amministrazione, la manutenzione, la risoluzione dei problemi e le operazioni di ripristino dei sistemi, che nel medio e lungo periodo incidono maggiormente sui budget delle aziende. Costi, questi, che nel caso di Linux sarebbero quasi sempre più elevati rispetto a Windows 2000: ciò soprattutto perché – spiega IDC – il sistema operativo di Microsoft dispone di strumenti di gestione e amministrazione più maturi e facili da usare.

Linux, secondo IDC, pagherebbe dunque il fatto di essere approdato sul mercato enterprise solo in tempi recenti, e di non disporre ancora di sistemi di gestione all’altezza di quelli a disposizione per la piattaforma Windows. L’autorevole società di analisi fa in ogni caso notare che questo tipo di software sta maturando in fretta anche su Linux, e a tal proposito cita tool come BMC Patrol, CA Unicenter, HP OpenView, IBM Tivoli, NetIQ e Novell Zenworks.

Gillen ha poi affermato come il TCO “non è l’unico parametro da considerare quando si deve decidere quale sistema operativo scegliere”. Oops! Battuta fuori copione?

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Pubblicato il
4 dic 2002
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