Roma – “Uno strumento per compiere effrazioni, entrare e rubare”. Così il procuratore generale della California Bill Lockyer ha descritto ai giudici della massima corte dello stato americano il DeCSS, il codice capace di leggere i DVD indipendentemente dalle protezioni CSS poste sugli stessi dai produttori.
Il caso è essenziale per le libertà digitali. La Corte Suprema della California, infatti, deve decidere se la messa al bando della pubblicazione su web del DeCSS rappresenti o meno una violazione della libertà di espressione. Come si ricorderà, in diversi casi la pubblicazione del codice ha provocato la chiusura di alcuni siti e la denuncia dei webmaster. Persino la pubblicazione di link al DeCSS è stata considerata, a volte, come un reato .
Il procuratore generale è appoggiato dalla DVD Copy Control Association, organizzazione dei produttori che ha naturalmente tutto l’interesse a far sì che il DeCSS sia messo al bando. Naturalmente, come spesso accade, il divieto di pubblicazione non impedirebbe al DeCSS di circolare. Non solo sono moltissimi i siti di mezzo mondo che lo pubblicano, ma quei codici sono stati diffusi anche su Usenet e in altri ambienti digitali, in un modo che razionalmente non si può pensare di fermare.
La battaglia, dunque, è per il principio. Secondo l’Association il software sarebbe stato studiato “per consentire ai privati di violare un segreto industriale e, in questo modo, hackare un sistema che protegge i segreti industriali dei produttori cinematografici”.
Poco importa, evidentemente, che il DeCSS sia stato creato da un ragazzino norvegese che voleva leggere i suoi DVD su un sistema non previsto dai produttori stessi.
Il giudizio della Corte potrebbe arrivare entro poche settimane.