Il MacBook non è bello se non è litigarello

Il MacBook non è bello se non è litigarello

Polemiche sui nuovi portatili di casa Apple. Non piace l'assenza della Firewire, perplime la comparsa della DisplayPort, la batteria è un punto interrogativo. E poi c'è la questione ecologica. In attesa dei nuovi iMac
Polemiche sui nuovi portatili di casa Apple. Non piace l'assenza della Firewire, perplime la comparsa della DisplayPort, la batteria è un punto interrogativo. E poi c'è la questione ecologica. In attesa dei nuovi iMac

Fanno discutere le specifiche tecniche dei nuovi laptop presentati la scorsa settimana da Steve Jobs a Cupertino: c’è chi applaude ad un design azzeccato e chi invece si lamenta dell’ assenza di alcuni accessori nella confezione . Jobs stesso sarebbe sceso in campo per difendere le scelte di Apple in fatto di connettività, senza dimenticare l’ impegno ecologista della sua azienda. E poi nella discussione irrompe la notizia che entro un paio di settimane potrebbero venire aggiornati anche gli iMac.

Secondo AppleInsider , per novembre sarebbero attese novità (programmate da tempo) per i computer desktop consumer di Apple. Gli iMac non dovrebbero ricevere aggiornamenti estetici – sono stati tra gli ultimi a subire ritocchi in tal senso – ma dovrebbero fare spazio a nuove CPU e probabilmente anche nuovi chipset . La possibilità è che la dotazione Nvidia dei nuovi MacBook si faccia strada anche all’interno degli iMac, assieme ovviamente alla DisplayPort. Possibile pure l’arrivo di un Core 2 Extreme in versione quad-core.

La presenza della nuova interfaccia per i monitor, quella DisplayPort che ha fatto la sua comparsa appena sette giorni fa per la prima volta, non dovrebbe essere una sorpresa: lo stesso Jobs, durante il suo keynote, ha sottolineato come la nuova porta sarebbe stata inserita in “tutto quello che produciamo”. MacBook e il nuovo Cinema Display da 24 pollici sarebbero dunque soltanto il principio di una rivoluzione, che sul piano economico costringerà un po’ di acquirenti ad acquistare nuovi adattatori per collegare i proprio notebook a un gran numero di schermi e proiettori attualmente in commercio, ma che dovrebbe garantire ad Apple un bel risparmio in fatto di diritti di sfruttamento dell’interfaccia (che al contrario di DVI non è coperta da brevetti particolari).

Per una nuova porta che arriva, una porta che se ne va: la Firewire 400 presente sui MacBook è sparita, per lasciare spazio ad una Firewire 800 sui MacBook Pro, e per non più comparire sui modelli da 13 pollici. Uno smacco non da poco per chi da tempo utilizza periferiche audio e di archiviazione con questa interfaccia, diffusa soprattutto tra i professionisti, senza contare il gran numero di telecamere in commercio che sfruttano questa tecnologia. Una scelta che, venendo da una azienda che ha praticamente inventato Firewire e ne ha promosso l’utilizzo su vasta scala, appare quasi incomprensibile.

Incomprensibile, forse, ma non indifendibile: Steve Jobs in persona sarebbe sceso in campo per difendere le scelte strategiche di Apple, inviando una email di risposta ad un utente deluso dalla sparizione della Firewire. “Tutte le nuove videocamere HD degli ultimi anni utilizzano USB 2” si legge in una presunta missiva del leader maximo del CEO dell’azienda di Cupertino, che di fronte alle ulteriori rimostranze sottolinea pure che “Le nuove telecamere HD hanno prezzi a partire da 500 dollari”: come dire che l’upgrade alla nuova tecnologia non sarebbe così dispendioso , soprattutto alla luce dei possibili benefici derivanti.

Un’opinione che sembra tuttavia non essere condivisa da tutti i mac-user, anche di quelli più affezionati, spaventati all’idea di dover rinunciare alla connettività Firewire e ai propri dispositivi. Difficile stabilire il perché di questa decisione, anche se pure in questo caso alla base ci potrebbero essere banali motivazioni economiche : USB 2.0 offre prestazioni comparabili (almeno teoricamente) con Firewire 400, ma necessita di chip meno esosi sia dal punto di vista energetico che economico. Dunque niente di insolito nella scelta di farne a meno, semplificando il design delle Logic Board e riducendo il costo delle stesse.

Altro punto critico per i nuovi laptop con la mela è la batteria: entrambi i modelli montano ora un accumulatore con capacità inferiore al precedente. In particolare si passa da 60Wh (5600mAh) a 50W (4700mAh) per il MacBook Pro, e qualcosa di analogo accade anche sui MacBook (da 55 a 45Wh). Si tratta di tagli di circa il 20 per cento della potenza complessiva delle batterie: l’autonomia resta grossomodo identica al modello precedente, per quanto il MBP fosse accreditato di 5 ore di autonomia a fronte delle 4 attuali con VGA discreta in funzione, ma a preoccupare è soprattutto la longevità degli accumulatori stessi.

Non ci sono comunque soltanto note negative a caratterizzare la luna di miele dei nuovi MacBook. A quanto pare, Apple avrebbe finalmente provveduto a sfruttare l’ accelerazione hardware per la decodifica dei video in alta definizione (che sfruttano il codec h.264), funzionalità già presente nei chip grafici delle precedenti generazioni ma per ragioni ignote mai implementata. Il risultato dovrebbe essere un ridotto uso della CPU in fase di riproduzione, con sommo beneficio per quanto attiene la durata delle batterie e il calore prodotto: secondo alcuni , si tratterebbe solo del primo passo verso un deciso miglioramento dell’intera sezione multimediale del sistema operativo. In vista del prossimo major update di Mac OS X, conosciuto come Snow Leopard e atteso non prima della fine del prossimo anno.

Resta il dubbio sul perché a Cupertino non abbiano voluto implementare appieno la tecnologia Hybrid SLI , messa a disposizione da Nvidia nel suo chipset, per far rendere al meglio il rinnovato comparto grafico. Lo stesso produttore di VGA è intervenuto per chiarire che “l’attuale implementazione” non consente di sfruttare sui MBP le modalità GeForce Boost (in cui due GPU lavorano assieme) e Hybrid Power (una sola GPU in funzione per risparmiare energia). Difficile capire se si tratti di una limitazione software, per la quale bisognerà attendere un aggiornamento, o hardware. Insomma i nuovi MacBook hanno raccolto il plauso dei tecnici per il design e per la loro espandibilità (RAM a parte), ma lasciano ancora degli spazi grigi sull’hardware e il software inseriti al loro interno.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
20 ott 2008
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