L’idea non è particolarmente originale, anzi si era già vista in giro un paio di volte. Nonostante tutto, Apple sembra seriamente intenzionata ad ottenere un brevetto sulla tecnologia di raffreddamento a liquido di un computer portatile: questa volta, magari, a prova di perdita . Già alcuni esemplari ipervitaminici di PowerMac G5, nel lontano 2004, erano infatti dotati di raffreddamento a liquido : una scelta dettata, come oggi, dal crescente calore delle CPU (e delle GPU) utilizzate in certi allestimenti hardware, questione che evidentemente sembra preoccupare l’azienda di Cupertino.
Il motivo per cui, nel 2004, il raffreddamento a liquido è sparito dai case dei Mac è stata la sua scarsa affidabilità : il prodotto industriale integrato nel guscio dei PowerMac dopo qualche mese senza manutenzione cominciava a perdere. Come chiunque abbia utilizzato un sistema di quel tipo nel proprio computer sa bene, e non sono pochi gli appassionati che in questi anni lo hanno fatto, è invece proprio la cura del proprio impianto a garantirne l’efficienza. Il risultato, altrimenti, sarà lo stesso sperimentato in passato dai Mac-user: CPU, e altri chip, fritti.
In questo caso, invece, Apple sembrerebbe puntare ad un circuito chiuso e sigillato – più simile ad una heat-pipe che ad un raffreddamento a liquido ad acqua. In effetti, il liquido indicato come adatto al sistema non è necessariamente h2o: un qualsiasi liquido del gruppo R133 o R134 andrà benone per lo scopo. Per il resto si parla di pompe, tubo di Venturi e effetto Bernoulli per garantire l’efficienza del meccanismo di dissipazione, con tanto di mega radiatore di alluminio piazzato sulla parte posteriore dello schermo. Un meccanismo tutto sommato semplice, che tuttavia secondo Apple sarebbe in grado di offrire livelli di raffreddamento superiori agli attuali nonostante le sempre più piccole dimensioni dei portatili.
Se davvero un raffreddamento a liquido efficiente ed affidabile dovesse farsi strada nei portatili con la mela, allora ci sarebbe anche altro a fare la differenza tra l’hardware di Cupertino e quelli dei potenziali cloni di Psystar. L’azienda della Florida, per altro, potrebbe presto chiudere definitivamente bottega visto che Apple pare seriamente intenzionata a scatenargli contro tutta la potenza del suo ufficio legale: le ultime notizie vogliono Psystar impegnata a controbattere una nuova ulteriore accusa relativa alla presunta violazione del DMCA (Digital Millennium Copyright Act), una accusa che appesantirebbe non poco la sua posizione.
Per quanto è dato sapere, Apple intende impugnare il DMCA per contestare l’installazione del suo Mac OS sugli Open PC di Psystar: una vera e propria violazione delle tecnologie di protezione del software , delle quali si parla espressamente nel DMCA, necessarie evidentemente ad infilare un sistema operativo pensato per lavorare in ambiente “trusted” su un normale computer. Una mossa che, ha spiegato Apple nella sua ingiunzione, ha causato “danni economici” all’azienda di Cupertino.
Luca Annunziata