Si chiama PlaceRaider , è frutto di un lavoro di ricerca e si tratta di un malware “proof-of-concept” in grado di sfruttare tutti i sensori di uno smartphone con un obiettivo potenzialmente poco rassicurante: realizzare un modello 3D della stanza in cui si trova il proprietario del gadget mobile infetto.
Realizzata da Robert Templeman, Zahid Rahman e Apu Kapadia, la nuova applicazione malevola fa un uso (anzi abuso) “opportunistico” di tutti i sensori presenti su uno smartphone Android: fotocamera, GPS, giroscopio e accelerometri vengono impiegati per catturare foto e identificare la posizione nello spazio del cellulare.
Tutte le informazioni raccolte vengono poi trasferite su un sistema remoto controllato dai ricercatori, che si sono presi cura del fatto che lo scambio di informazioni non pesasse troppo sulle normali comunicazioni dello smartphone per evitare problemi e allertare l’utente.
La capacità di sintesi 3D di PlaceRaider è infine frutto dell’applicazione (e raffinazione) di algoritmi visuali capaci di convertire un flusso di informazioni non strutturato (i dati di cui sopra), foto teoricamente piene di “rumore” in una struttura tridimensionale “navigabile” della stanza o dell’edificio da tenere sotto controllo.
Venti diversi volontari sono stati arruolati dai ricercatori per compiere il loro studio di sorveglianza 3D in mobilità, mentre il dispositivo preso in esame dalla ricerca è un HTC Amaze su cui girava Android 2.3.3. Lo studio suggerisce inoltre idee per ottimizzare ulteriormente il processo di sorveglianza discreta per ottenere delle rappresentazioni ancora più convincenti e fedeli alla realtà.
Alfonso Maruccia