Il mantello invisibile è tornato assieme ai metamateriali delle meraviglie, e questa volta l’obiettivo è nientemeno che “deflettere” o annullare il potere distruttivo delle onde sismiche.
Due diversi approcci provano a risolvere lo stesso problema, cioè difendere l’integrità di strutture ed edifici di importanza vitale (impianti nucleari o energetici, strutture governative eccetera) in caso di terremoti di portata distruttiva.
Il primo approccio, ideato dai ricercatori dell’Università di Manchester, prevede l’impiego di “gomma pressurizzata” con cui “nascondere” gli edifici con un effetto invisibilità contro un tipo specifico di onde elastiche. Al momento la teoria va ancora affinata e verificata su strutture di grandi dimensioni, dicono i ricercatori.
L’altro sistema pensato per rendere gli edifici invisibili ai terremoti arriva da uno studio congiunto sudcoreano-australiano, dove i ricercatori Sang-Hoon Kim e Mukunda Das suggeriscono l’idea di impiegare strutture cilindriche composte dai succitati metamateriali capaci di deflettere le onde sismiche trasformandole in calore o suoni. Anche in questo caso il problema è applicare la teoria alla pratica, soprattutto alla possibilità di confrontare i cilindri con terremoti di grande intensità.
Alfonso Maruccia