Il naso artificiale è nano-elettrico

Il naso artificiale è nano-elettrico

A Monaco di Baviera si confezionano piccolissime stringhe di sensori capaci di identificare qualsiasi molecola. Secondo i ricercatori, dall'esplosivo al liquore, tutto potrà essere identificato con precisione
A Monaco di Baviera si confezionano piccolissime stringhe di sensori capaci di identificare qualsiasi molecola. Secondo i ricercatori, dall'esplosivo al liquore, tutto potrà essere identificato con precisione

Se l’ MIT statunitense ha deciso di seguire l’approccio “biologico” per la sintesi di un recettore olfattivo artificiale, gli scienziati della Ludwig-Maximilians-Universitat di Monaco si stanno invece concentrando sull’approccio nanotecnologico al problema, sperimentando sistemi nano-elettromeccanici (o NEMS ) altamente sensibili a un particolare tipo di molecola .

Il naso nanotecnologico dei ricercatori tedeschi è composto da stringhe da 100 nanometri di spessore ciascuna , 500 volte più sottili di un capello umano e poco più del doppio della dimensione di un transistor impiegato nei processori Core i7 di Intel. Trattandole poi con un particolare tipo di sostanze chimiche, le stringhe diventano “sensibili” solo a determinate molecole che hanno l’effetto di rallentarne il movimento.

“Misurando il periodo di oscillazione delle nano-stringhe”, dice l’autore dello studio Quirin Unterreithmeier, “possiamo perciò individuare le sostanze chimiche con precisione molecolare”. Questo significa che “idealmente si potrebbero avere svariate migliaia di stringhe posizionate su un chip della dimensione di un’unghia, ognuno specializzato nel riconoscere una singola molecola”.

Progettati per sfruttare il fenomeno della interazione dielettrica , i dispositivi NEMS della Ludwig-Maximilians-Universitat potrebbero essere utili in vari campi di applicazione , incluse le analisi sull’inquinamento ambientale, il trattamento di pacchi esplosivi o presunti tali e anche, preconizzano i ricercatori, in impieghi non necessariamente connessi al riconoscimento molecolare.

Il dottor Eva Weig sostiene che realizzare le nano-stringhe, e persino posizionarne decine di migliaia su un singolo chip “è stata la parte facile” della questione, mentre il difficile che rimane ancora da fare è “assicurarsi che le stringhe siano individualmente indirizzate da un circuito elettrico appropriato”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
27 apr 2009
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