Il nuovo search apprenderà dal P2P

Il nuovo search apprenderà dal P2P

La sviluppano in tanti, con Tiscali al centro: ricerca e distribuzione contenuti sopra una struttura P2P. Il progetto lavora su cose come DRM e Kademlia e sulla visione di Berners-Lee
La sviluppano in tanti, con Tiscali al centro: ricerca e distribuzione contenuti sopra una struttura P2P. Il progetto lavora su cose come DRM e Kademlia e sulla visione di Berners-Lee

Il team di ricerca di Tiscali guidato da Domenico Dato sta lavorando su un nuovo paradigma mirato alla ridefinizione delle piattaforme di distribuzione dei contenuti digitali. L’idea è dar vita all’ossatura di un importante spazio virtuale per la ricerca di contenuti multimediali.

Presentato durante il workshop internazionale tenutosi a Pula sul futuro dei motori di ricerca, l’iniziativa si chiama DART , acronimo di Distributed Agent-based Retrieval Tools . “Siamo ancora in fase di progettazione”, ha rivelato Domenico Dato a Punto Informatico, “ma il programma procede alla svelta”. DART, del quale sarebbe già disponibile un prototipo, si basa su quattro concetti fondamentali: ricerca semantica, distribuzione delle funzioni di calcolo, trasparenza nei meccanismi di ranking e geocontestualizzazione dei risultati di ricerca.

L’obiettivo è “creare una sorta di comunità”, ha spiegato Dato a PI, “che si ispira all’idea dei sistemi P2P più diffusi: una piattaforma distribuita, che sfrutti l’aumento della potenza di calcolo a disposizione degli utenti ed al contempo permetta un ampiamento della base dati”. Ciascun utente, in pratica, dovrà condividere dati che diventeranno parte del database di DART. La distribuzione delle risorse, spiega il responsabile, “rende possibile la nascita del web semantico teorizzato da Tim Berners-Lee , estremamente dispendioso di potenza di calcolo”.

Dato spiega che se Internet dovesse recepire appieno il principio della condivisione ed il passaggio dall’architettura client-server a quella distribuita, “il web semantico potrebbe diventare realtà in pochi anni”. Il motore di ricerca procederà quindi all’indicizzazione dei dati condivisi, attraverso criteri semantici ed avvalendosi di tecnologie innovative come il cosiddetto SpeechToText , che permette di effettuare ricerche attraverso vaste quantità di contenuti audiovisivi basandosi su stringhe di testo.

L’unione dei quattro fondamenti alla base di DART, ha detto l’esperto di Tiscali, darà modo agli utenti di “creare palinsesti personalizzati in base alle proprie esigenze di fruizione dei contenuti online”. Lo sviluppo di ulteriori software fondati sull’architettura DART, per esempio, permetterà di assemblare sistemi di ricerca automatica che ogni giorno “aggregano” i dati rilevanti in base al profilo dell’utente.

“La profilazione degli utenti sarà implicita ed esplicita”, ha anticipato: analisi della provenienza degli IP ma anche altri metodi molto diffusi, come l’analisi delle query . “La privacy degli utenti”, ha specificato Dato, “è fondamentale e sarà rispettata, per questo il discorso va valutato ancora con estrema attenzione”.

“Ogni persona mette a disposizione le proprie risorse”, ha aggiunto Dato, “e tutti i contenuti godranno di protezioni DRM ancora da definire, ma probabilmente legate alle tecnologie Microsoft”. Dal punto di vista strettamente tecnico, Dato ha parlato di un possibile utilizzo di tecnologie DHT e Kademlia , anche se ha ricordato che “i protocolli esatti sono ancora in fase di definizione”.

Il progetto si avvale anche del supporto accademico dell’ Università di Cagliari . Dato non è stato in grado di fornire ulteriori anticipazioni sul lato dell’offerta commerciale basata su questa tecnologia, ancora distante ed in piena fase d’ideazione. Le tecnologie, tuttavia, già ci sono. “Il software sul quale si basa DART sarà compatibile praticamente con tutte le maggiori piattaforme informatiche”, ha poi concluso Dato.

La riuscita del progetto sembra legata in maniera cruciale alla collaborazione degli utenti finali. Tiscali ha già sperimentato, con un successo certamente non strepitoso , alcuni modelli di business basati sul P2P. Ulteriori informazioni su DART sono state pubblicate sul sito ufficiale del centro di ricerca sardo CRS4 , partner del progetto.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
30 giu 2006
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