Il patent trolling non va in vacanza

Il patent trolling non va in vacanza

Il 2013 si apre all'insegna delle denunce a tutto e tutti per presunte violazioni di brevetti. Troppo spesso brevetti vaghi e riconducibili a tecnologie usate da milioni di utenti
Il 2013 si apre all'insegna delle denunce a tutto e tutti per presunte violazioni di brevetti. Troppo spesso brevetti vaghi e riconducibili a tecnologie usate da milioni di utenti

Stando a come è iniziato, anche l’anno 2013 dovrebbe dare parecchi frutti al discusso business del patent trolling : gli ultimi protagonisti (in ordine di tempo) della pratica di denunciare per rastrellare denaro sono due misteriose società, ciascuna proprietaria di brevetti così basilari da riguardare una massa di utenze a dir poco oceanica.

Il primo “campione” del patent trolling 2013 è Project Paperless LLC , organizzazione non meglio definita a cui l’USPTO (United States Patent & Trademark Office) ha concesso alcuni brevetti riguardante il funzionamento di uno scanner connesso in rete.

Stando alle diverse testimonianze raccolte, Project Paperless si è attivata in una campagna di “lettere minatorie” – dal costo di 1.000 dollari cadauna – spedite a chiunque abbia uno scanner capace di digitalizzare un documento su LAN e poi spedirlo via posta elettronica.

I brevetti di PP LLC sono vaghi, il numero dei potenziali “trasgressori” è vastissimo e a quanto pare non sono pochi i casi in cui la società (o il libero professionista, o la startup) decide semplicemente di pagare il “riscatto” per evitare guai peggiori o l’avvio di una possibile causa in tribunale.

Un altro caso recente utile a dimostrare l’effettiva incapacità del sistema brevetti a evitare abusi più che discutibili è quello di Brandywine Communications Technologies , società che vanta tra il suo portafoglio di IP alcuni brevetti riguardanti la tecnologia di comunicazione su linea DSL.

Piuttosto che denunciare chi produce i router e i modem che in teoria dovrebbero violare i suoi brevetti, però, Brandywine ha deciso di seguire la peculiare strada di convocare nei tribunali i provider che tali apparati li usano o li forniscono in comodato ai propri clienti. Sulla lista nera del patent troll sono recentemente finiti 39 ISP e operatori di rete , nella speranza che qualcuno abbocchi e paghi prima di finire davanti a un giudice.

Pratiche che Electronic Frontier Foundation non perde occasione di stigmatizzare , cercando ancora una volta di sensibilizzare l’opinione pubblica (e magari anche la politica) sulle gravi lacune che affliggono l’attuale sistema brevettuale.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
7 gen 2013
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