Dopo 12 anni di lavoro, Robert J. Wood e i colleghi della Scuola di Ingegneria e Scienza Applicata dell’Università di Harvard hanno finalmente realizzato loro obiettivo: i ricercatori statunitensi hanno creato il loro primo roboinsetto funzionante controllato da remoto, un piccolo gioiello di micro-ingegneria che necessita di completamento ma apre la strada ad applicazioni pratiche che vanno ben oltre gli scopi iniziali.
RoboBee, questo il nome scelto dal team di Wood per il suo MAV (Micro Air Vehicle), ha compiuto con successo il suo “volo inaugurale” provando la validità dei principi costruttivi applicati dai ricercatori, coronazione di un progetto che ha posto non poche sfide tecnologiche per ciascuno degli elementi di cui il prototipo è composto.
Non più grande della metà di una graffetta fermacarte, RoboBee pesa meno di un decimo di grammo ed è capace di sbattere in maniera indipendente ciascuna delle sue minuscole “ali” con una frequenza massima di 120 Hertz. Il MAV è collegato alla sua fonte energetica e ai comandi di volo tramite cavo esterno – almeno per il momento.
Raggiungere il volo controllato e stabile di RoboBee ha ripagato i ricercatori statunitensi di anni di sforzi e innovazioni ingegneristiche, soluzioni costruttive che potranno essere implementate anche in altri ambiti e su altri progetti. Resta ora da risolvere una sfida non meno impegnativa , vale a dire realizzare una batteria ad alta densità ma di dimensioni microscopiche capace di fornire la totale autonomia di volo al micro-drone.
Alfonso Maruccia