Il Vaticano: la Scienza sia con voi

Il Vaticano: la Scienza sia con voi

Il capo del Consiglio pontificio della Cultura ha ricordato non solo che i pregiudizi sono nocivi e portano all'integralismo ma anche che la scienza moderna ha molto da offrire
Il capo del Consiglio pontificio della Cultura ha ricordato non solo che i pregiudizi sono nocivi e portano all'integralismo ma anche che la scienza moderna ha molto da offrire


Roma – Potrà suonare come una stranezza per qualcuno ma la dottrina della Chiesa Cattolica sulla Scienza è, almeno a parole, sempre più chiara. A specificare la necessità di valutare quanto la scienza moderna ha da offrire è stato in questi giorni il cardinale francese Paul Poupard, che guida il Consiglio pontificio per la Cultura.

Poupard ha auspicato che si superi quello che ha definito “mutuo pregiudizio” tra Scienza e Religione partendo dalla dichiarazione con cui nel 1992 Giovanni Paolo II ammise gli errori della Chiesa nel caso di Galileo Galilei, perseguito e condannato per le proprie scoperte. “La lezione permanente del caso Galileo – ha affermato il cardinale – ci spinge a tener vivo il dialogo tra le diverse discipline e in particolare quello tra la teologia e le scienze naturali, se vogliamo impedire che altri episodi del genere si ripetano in futuro”. Va detto che oggi la Chiesa condanna una lunga serie di pratiche scientifiche, ma è una condanna che non provoca restrizioni delle libertà personali, o peggio, per i ricercatori coinvolti.

Secondo Poupard, però, è necessario che anche la Scienza sappia ascoltare: “Noi sappiamo dove può portare la razionalità scientifica: alla bomba atomica o alla possibilità di clonare esseri umani, scoperte che sono frutto di una ragione che vuole liberarsi da qualsiasi connessione etica o religiosa”.

Il cardinale ha specificato anche l’inverso, ovvero che una religione che taglia i ponti con la ragione “diventa preda del fondamentalismo”: da qui l’obbligo per i fedeli di ascoltare quello che la scienza moderna può offrire “proprio come noi chiediamo che la conoscenza della fede sia presa in considerazione come una voce di esperienza per l’umanità”.

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Pubblicato il 7 nov 2005
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