Il VoIP open source dell'Università di Ferrara

Il VoIP open source dell'Università di Ferrara

L'ateneo presenta la propria infrastruttura full-VoIP sviluppata con tecnologie open source
L'ateneo presenta la propria infrastruttura full-VoIP sviluppata con tecnologie open source

Ferrara – Il VoIP è sempre più presente nell’ambito della Pubblica Amministrazione. E oltre alla recente introduzione della telefonia IP nel Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti , non mancano esempi realmente “accademici”, come quello fornito dall’ Università di Ferrara .

Come ha spiegato a Punto Informatico Cesare Stefanelli, Delegato del Rettore per l’Informatica al Dipartimento di Ingegneria, “l’Ateneo di Ferrara è la prima Università, anzi a noi risulta che siamo la prima grande Pubblica Amministrazione italiana, a essersi dotata di un’infrastruttura full-VoIP sviluppata con tecnologie open source (Linux-Asterisk)”.

“Qui a Ferrara – prosegue il prof. Stefanelli – siamo partiti un anno fa e dal primo Febbraio 2007 abbiamo rescisso i contratti di fonia con il provider tradizionale (nel nostro caso, Telecom). In un mondo di annunci continui, la notizia di una realizzazione concreta mi sembra molto più rara e ho pensato potesse interessarvi”.

Il progetto realizzato dall’Università ha radici relativamente lontane: dalla collaborazione con la Regione Emilia Romagna , iniziata nel 2004, è nato il progetto Lepida@Unife, nell’ambito del quale la Regione ha messo a disposizione dell’ateneo una rete metropolitana in fibra ottica per connettere le 12 sedi principali sparse nell’area urbana.

L’infrastruttura di rete ( qui i dettagli sul backbone e qui quelli sul sistema di gestione) ha costituito l’elemento fondamentale su cui realizzare i servizi ICT di Lepida@Unife, sviluppati con tecnologie open source “per favorire il riuso e la salvaguardia degli investimenti”.

Questi i principali servizi: Wi-Fe , per l’accesso wireless a Internet;
VoIP-Fe , per la fonia VoIP; Desktop-Fe , il desktop Web per l’accesso ai dati e alle applicazioni.

“Credo sia significativo – spiega Stefanelli – fornire un paio di dati per far capire che non parliamo della solita sperimentazione ma dell’intera infrastruttura di tutto un Ateneo. Questo ci ha permesso di realizzare un taglio dei costi di 300mila euro all’anno rispetto alla fonia analogica. Abbiamo progettato e realizzato molti servizi tra cui VoiceMail, Click2dial, Conference Room, etc. e l’infrastruttura hardware è composta da 1800 telefoni digitali, 150 fax, 3000 numeri gestiti”.

Il lavoro svolto finora, nell’ambito di un progetto in continuo sviluppo, è stato presentato alla Regione Emilia Romagna. Ulteriori dati e informazioni sono disponibili a questo indirizzo .

D.B.

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Pubblicato il
6 mar 2007
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