Intel: Linux non fa per il desktop

Intel: Linux non fa per il desktop

Il CEO di Intel crede in Linux come sistema operativo per il mercato server, sul quale anzi pensa di potersi allargare anche grazie al Pinguino, ma boccia completamente le ambizioni del Pinguino nel settore desktop
Il CEO di Intel crede in Linux come sistema operativo per il mercato server, sul quale anzi pensa di potersi allargare anche grazie al Pinguino, ma boccia completamente le ambizioni del Pinguino nel settore desktop


Londra – Il CEO di Intel, Craig Barrett, ha ripreso uno dei temi più discussi in ambito Linux: può questo sistema operativo ambire al mercato dekstop scrollandosi di dosso quell’abito, secondo alcuni ormai troppo stretto, di sistema operativo unicamente destinato ai server ed ai power user?

A tal proposito, proprio di recente, si era espresso Doug Miller, uno dei boss Microsoft, sostenendo che Linux è un sistema operativo “di nicchia”, e che anche nel mercato dei server la quota generalmente attribuita a Linux è “deformata” rispetto alla realtà.

Nonostante il nome di Intel negli anni si sia indissolubilmente legato a quello di Microsoft, il chipmaker guarda con grande interesse e senza pregiudizi allo sviluppo di Linux, soprattutto per quel che riguarda il mercato embedded e il supporto verso la sua nuova architettura IA-64.

Barrett ha affermato che nel mercato dei server, Linux ha conosciuto un sorprendente successo, ma il tragitto per raggiungere il mercato di massa dei PC desktop è ancora lungo. “Il ruolo di Linux – ha detto Barrett – non è tanto nel mercato desktop quanto in quello dei server e del back office. Non è fatto per i PC general purpose”.

Barrett sostiene che uno dei fattori chiave che non permette a Linux di proporsi sul mercato desktop è soprattutto legato al grande gap, nel numero di applicativi, che ancora sussiste fra il Pinguino e Windows.

Dichiarazioni, queste di Barrett, che fanno da contraltare a quelle espresse , lo scorso mese, da uno dei dirigenti più anziani di HP, Bruce Perens, che risponendo a sua volta alle parole sfiduciate di Dell sostenne come Linux potrà fare, nel mercato consumer, ciò che in questi anni ha fatto in quello dei server.

Un duro colpo, nelle ambizioni consumer di Linux, arrivò durante la metà dello scorso mese quando Eazel, un’azienda impegnata da oltre un anno e mezzo nello sviluppo di una interfaccia utente che potesse rendere il sistema operativo free ancora più facile e intuitivo, annunciò la chiusura della società per mancanza di fondi. Fortunatamente il suo progetto, Nautilus , è stato adottato dalla comunità open source e potrà conoscere ulteriori sviluppi in futuro.

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Pubblicato il
25 giu 2001
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