Intel, oltre le CPU c'è di più

Intel, oltre le CPU c'è di più

Il colosso dei semiconduttori diversifica l'offerta con nuovi modem lillipuziani, unità di computing compatte tutto-incluso e ricerche mobile/cloud-centriche. Per studiare il morbo di Parkinson
Il colosso dei semiconduttori diversifica l'offerta con nuovi modem lillipuziani, unità di computing compatte tutto-incluso e ricerche mobile/cloud-centriche. Per studiare il morbo di Parkinson

Nel futuro della Internet delle Cose (in breve IoT) c’è un nuovo modem Intel, un dispositivo ultra-compatto più piccolo di una moneta eppure dotato delle funzionalità necessarie a interconnettere sensori, gadget indossabili e altri dispositivi.

XMM 6255 , questa la definizione commerciale del nuovo prodotto di Santa Clara, è un modem 3G che accorpa – “primo al mondo”, sostiene Intel – tutte le funzionalità necessarie alla trasmissione, conversione e decodifica dei dati digitali in un unico chip. Il nuovo design riduce la necessità di usare componenti diversi, minimizza i costi e facilita l’adozione in scenari di impiego dove lo spazio e la semplicità costruttiva sono fondamentali. Sono parte del pacchetto anche una serie di funzionalità IoT avanzate come un’antenna 3G integrata, e un amplificatore del segnale radio per le zone a bassa ricezione come parcheggi e cantine domestiche.

Intel è proiettata verso il presunto futuro della Internet onnipresente ma non dimentica mai le proprie radici nel mondo dei Personal Computer, anche se continua a sperimentare sulle varianti proponendo una versione 2.0 del suo design NUC (Next Unit of Computing) aggiornando la CPU (Core i3 o i5), e arricchendo la dotazione di questo client ultracompatto per necessità da intrattenimento domestico o videoludico su schermi 4K.

Non manca ovviamente il cloud, anche se l’ultima applicazione tra le nuvole della tecnologie Intel non mira a chiudere in gabbie remote dati e utenti quanto piuttosto a facilitare la ricerca contro il morbo di Parkinson; in questo caso Santa Clara lavora in partnership con la fondazione di Michael J. Fox e l’azienda creatrice degli smartwatch Pebble , per raccogliere dati e informazioni sulle attività quotidiane dei malati disposti a far parte della sperimentazione.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 28 ago 2014
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