Internet per monitorare gli anziani

Internet per monitorare gli anziani

Nuova iniziativa nell'Oregon per tranquillizzare le famiglie che trasferiscono in strutture dedicate i propri membri meno giovani ma che vogliono comunque seguirli. Da lontano
Nuova iniziativa nell'Oregon per tranquillizzare le famiglie che trasferiscono in strutture dedicate i propri membri meno giovani ma che vogliono comunque seguirli. Da lontano

Portland (USA) – Una casa di riposo nella quale l’assistenza agli anziani è facilitata attraverso l’utilizzo di alcuni accorgimenti tecnologici. L’iniziativa, presa dall’istituto Oatfield Estate di Milwaukie, Oregon, intende consentire ai propri residenti di essere monitorati giorno e notte .

L’idea, cioè, è di consentire ai familiari di conoscere in qualsiasi momento le condizioni del proprio congiunto parcheggiato nell’istituto, per facilitare anche al personale della struttura il compito di intervenire in caso di bisogno o di malore.

A figli e nipoti basta dunque collegarsi al sito web della casa di riposo per controllare lo stato dell’anziano parente. Una serie di sensori disseminati in ogni ambiente della struttura, perfino nei letti, consentono il monitoraggio della posizione esatta dei residenti. Questa viene rilevata da un badge elettronico che viene fornito a chi ne fa richiesta e consente, sostengono i gestori dell’istituto, di accertarsi se l’ospite sia in buona salute, se non abbia problemi di peso o di insonnia.

Non tutti i residenti di questo istituto si avvalgono della possibilità di essere monitorati: il costo del servizio è elevatissimo , va dai 3.580 ai 6mila dollari al mese (quando la media nazionale statunitense per le normali case di riposo è di 2.905 dollari mensili), dunque non è proprio alla portata di tutte le famiglie. Inoltre agli individui che secondo la casa di riposo presentano particolari caratteristiche, come aggressività e misantropia, non viene concesso, indipendentemente dalla disponibilità economica, il trattamento denominato “Elite Care”.

Le apparecchiature di controllo sono ben mimetizzate , tanto da non essere individuabili se non dopo un’accurata ricerca, per cui – spiegano i responsabili della struttura – i visitatori, e in particolare i residenti, non si sentono particolarmente oppressi dagli apparati tecnologici.

Gli esperti statunitensi sono entusiasti di questa novità, poiché secondo loro rappresenta un trampolino di lancio verso l’uso intensivo della tecnologia nell’ambito del tracking degli esseri umani . Il prossimo passo? Ci ha già pensato Verichip , un chippetto sottopelle che in futuro potrebbe raccontare molto, se non tutto, sulla vita dell’impiantato. In diretta web.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
7 lug 2006
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