Irlanda, editori per la licenza di link

Irlanda, editori per la licenza di link

L'associazione della stampa irlandese sostiene che pubblicare link per ragioni commerciali rappresenta una violazione del copyright. Ma va distinto tra link a uso personale e commerciale
L'associazione della stampa irlandese sostiene che pubblicare link per ragioni commerciali rappresenta una violazione del copyright. Ma va distinto tra link a uso personale e commerciale

La pubblicazione e la trasmissione di link che veicolano contenuti presenti in Rete costituisce una violazione del copyright: è quanto obiettato dal National Newspapers of Ireland (NNI), organizzazione che rappresenta le 16 maggiori testate di quotidiani e settimanali nazionali e 25 giornali locali. L’obiezione è stata ufficialmente sottoposta alla Copyright Review Committee irlandese.

L’associazione della stampa locale ha espresso una posizione chiara , che non manca di sottolineare più volte la distinzione tra l’invio e la ricezione di link per uso personale e le stesse operazioni compiute per fini commerciali . “Non c’è differenza – spiegano invece i rappresentanti di NNI – con gli editori musicali che richiedono l’acquisto di una licenza a persone e aziende che intendono sfruttare la musica per esigenze di business. Il copyright della stampa e da intendersi come il copyright musicale”.

La controversia è scoppiata quando una concessionaria di NNI ha richiesto il pagamento di 300 euro a un’organizzazione di beneficenza che si batte contro la violenza domestica, per la pubblicazione di 5 link relativi ad altrettanti articoli presenti sui siti di alcuni quotidiani nazionali. L’associazione Women’s Aid avrebbe infatti ricevuto lettere, email e telefonate che contenevano la richiesta di acquistare una licenza per aver pubblicato sul proprio sito Web alcuni link che rimandavano ad articoli relativi ai risultati positivi prodotti dalle attività di fundraising.

Da parte sua, NNI mantiene la propria posizione sostenendo che la legislazione irlandese supporti simili indicazioni, chiarendo, dunque, la non necessità di emendare la legge sul copyright esistente.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
8 gen 2013
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