Quattro provider per la nuova crociata d’Albione, annunciata dall’organizzazione cristiana Mother’s Union contro il dilagare online di pornografia e predatori sessuali. British Telecom, Sky, TalkTalk e Virgin offriranno nuove tecnologie di protezione sulle connessioni – fisse e mobile – di milioni di utenti britannici.
Queste le direttive già promosse dal premier David Cameron, a lanciare un vero e proprio giro di vite su certe rappresentazioni pruriginose. Come ad esempio quelle contenute nei manifesti pubblicitari in giro per le città. O in riviste e videocassette vendute in maniera indiscriminata nelle edicole di Londra .
I vari ISP del Regno Unito dovranno ora accogliere le blocklist stilate dal governo, un elenco di siti – soprattutto pornografici – da bloccare o filtrare per i propri abbonati. I genitori britannici potranno in sostanza richiedere al momento della sottoscrizione lo specifico filtraggio di determinati siti web .
Il tutto come caldeggiato dallo stesso CEO di Mother’s Union Reg Bailey, che aveva offerto al governo di Londra il suo report su pornografia e sfruttamento sessuale dei minori. I vertici di Ofcom hanno ora lanciato la piattaforma Parentport , che appunto farà da ufficio reclami (comunque da sito-ponte) per tutti i genitori del Regno Unito.
C’è chi ha ovviamente sottolineato come nelle blocklist governative possano finire piattaforme perfettamente lecite, o magari siti sgraditi all’industria dei contenuti. “C’è una grande differenza tra l’offrire una protezione per i minori e il cercare di convincere gli adulti a vivere sotto censura”, hanno spiegato i responsabili dell’ Open Rights Group . Questa “scelta attiva” – come l’hanno chiamata a Londra – sarà effettivamente un meccanismo di parental control o un mezzo per eliminare dal web il demone della pornografia?
Mauro Vecchio