Italia digitale a lunga scadenza

Italia digitale a lunga scadenza

I provvedimenti previsti dai due decreti Crescita latitano, come ufficializzato in un dossier presentato alla Camera dal Dipartimento dei Trasporti. Si chiede una assunzione di responsabilità da parte del Governo
I provvedimenti previsti dai due decreti Crescita latitano, come ufficializzato in un dossier presentato alla Camera dal Dipartimento dei Trasporti. Si chiede una assunzione di responsabilità da parte del Governo

Prodotto dal servizio studi del Dipartimento dei Trasporti alla Camera, un dossier sull’attuale stato di avanzamento dei lavori dell’ambiziosa Agenda Digitale, con il monitoraggio di tutti i provvedimenti previsti nei due decreti legge 83/2012 e 179/2012 contenenti “misure urgenti per la crescita del Paese”. Invece, tra linee guida, decreti attuativi e regole tecniche, l’Italia, rispetto alla tabella di marcia prevista a livello legislativo, è in clamoroso ritardo .

Aggiornate al 21 maggio scorso, le informazioni presentate nel dossier Monitoraggio dell’attuazione dell’Agenda digitale italiana denunciano la mancata messa in atto di numerosi provvedimenti chiave dell’agenzia guidata dal suo primo direttore generale Agostino Ragosa. Approvato a marzo, lo stesso statuto dell’attesa Agenzia per l’Italia Digitale era stato ritirato su ordine governativo per evitare la figuraccia presso la Corte dei Conti.

È una falsa partenza che si trascina da mesi, ora “ufficializzata” nel dossier alla Camera dei Deputati. Dal 17 marzo scorso manca infatti un decreto per stabilire i tempi e i modi di attuazione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, così come il 19 marzo un secondo decreto avrebbe dovuto definire il fascicolo sanitario elettronico. Evidenziate in giallo, le scadenze parlano da sole .

Dal decreto ministeriale per disciplinare l’ampliamento delle modalità di pagamento “anche mediante l’utilizzo di tecnologie mobili” – entro lo scorso 17 marzo, novanta giorni dopo la data di entrata in vigore della legge di conversione – al regolamento previsto dal ministero dello Sviluppo Economico per definire misure e modalità d’intervento a carico degli operatori di telecomunicazione per minimizzare eventuali interferenze tra i servizi di banda ultralarga mobile (banda 800 Mhz) e gli impianti per la ricezione televisiva domestica.

Lo stallo vissuto dall’Agenzia per l’Italia Digitale non piace affatto all’ex-ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che auspica una presa di responsabilità politica unica da parte del Governo a Palazzo Chigi.
“Al Governo attuale bisogna chiedere fondamentalmente tre cose – assicura Gentiloni – primo, istituire una regia unica per l’Agenda digitale; secondo, accelerare l’attuazione dei tanti temi rimasti in sospeso dal lavoro fatto dalla cabina di regia del Governo Monti, prima fra tutte lo status dell’Agenzia digitale; terzo, ma mi pare di capire che il ministro Zanonato ci si stia già dedicando, dire una parola chiara su quale sia l’orientamento del Governo, e di conseguenza della Cassa depositi e Prestiti, sulla questione del futuro della rete Telecom”.

Deputato PdL e responsabile dell’Innovazione del partito, Antonio Palmieri ha chiesto al nuovo premier Enrico Letta di “prendere personalmente il carico dell’Agenda Digitale e, di conseguenza, le sorti dell’Agenzia”.
“Mentre il governo riorganizza le competenze, deve assolutamente andare avanti sul varo dei decreti attuativi per portare a compimento quando previsto dal decreto Crescita 2.0 – ha spiegato Palmieri – Bisogna elaborare regolamenti chiari che non ammazzino il provvedimento, perché cattivi decreti rendono cattiva anche la migliore legge. Per quanto riguarda, invece, la tempistica relativa alla governance del digitale, invito il premier Enrico Letta a metterla in calendario prima della pausa estiva, nella seconda metà di luglio, una volta risolte le delicate questioni economico-finanziere con l’Unione europea”.

Mauro Vecchio

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
29 mag 2013
Link copiato negli appunti