Roma – Non hanno dubbi gli esperti di Jupiter Communications Europe che dalla capitale italiana lanciano l’allarme per l’Europa: internet e le telecomunicazioni sono ostacolate dalle politiche tariffarie e strategiche delle aziende che controllano la telefonia.
Seconod Phil Dwyer, direttore della divisione europea dell’osservatorio di mercato americano: “al contrario di quanto accade con la televisione, internet in Europa non è libero. Se negli Stati Uniti gli utenti internet possono restare online per ore senza costi aggiuntivi, qui ci sono costi variabili da medi a alti per ogni minuto di connessione”.
I dati presentati da Jupiter secondo Dwyer parlano da sé. Nel 1998 l’utente medio americano si è collegato alla rete per 32 ore alla settimana contro le 22 dell’utente europeo. Solo il 9 per cento delle famiglie europee, ben più numerose nel complesso di quelle americane, dispone di un computer. Un dato che secondo Jupiter è destinato a pesare moltissimo nel gap di sviluppo che l’Europa subisce rispetto agli USA, dove quasi il 30 per cento delle famiglie dispone di un accesso da casa.
“L’Europa, ha detto Dwyer, potrebbe godere di un mercato elettronico di alto livello. Ma i costi di connessione rallentano il suo sviluppo. Cercare di creare un mezzo di comunicazione libero sul quale far correre commercio elettronico e pubblicità è essenziale. Al momento tutto dipende dai provider e dai costi imposti dalle Telecom”.
L’Italia, assieme alla Spagna e alla Francia, rientra nei paesi che Jupiter considera più “a rischio” perché maggiormente variabili sono le dinamiche di costo della connettività. In parte l’Italia potrebbe risolvere alcuni dei suoi problemi, affermano gli esperti Jupiter, con lo sviluppo di telefonini intelligenti, vista la grande diffusione del cellulare nel nostro paese.