Kermit, eutanasia di un protocollo di comunicazione

Kermit, eutanasia di un protocollo di comunicazione

Lo storico software ideato per connettere sistemi computerizzati eterogenei arriva al capolinea: l'università che lo ha sin qui supportato stacca la spina e promette di rilasciare il codice sorgente appena possibile
Lo storico software ideato per connettere sistemi computerizzati eterogenei arriva al capolinea: l'università che lo ha sin qui supportato stacca la spina e promette di rilasciare il codice sorgente appena possibile

Tappa conclusiva per la vita commerciale e tecnologica di Kermit , lo storico protocollo di comunicazione e trasferimento di dati tra sistemi eterogenei nato nei primi anni ’80: la Columbia University , l’istituto che ne aveva sin qui gestito lo sviluppo e l’evoluzione nel tempo, ha deciso di dichiarare il progetto concluso per sempre.

Disponibile, nel corso degli anni – e dei decenni – per sistemi MS-DOS, OS/2 e Windows, Kermit era stato originariamente pensato per facilitare il trasferimento di dati tra sistemi IBM e mainframe computer realizzati da DEC. Col trascorrere del tempo il progetto si era arricchito con il supporto di un ampio ventaglio di emulazione di terminali, programmazione con script, comunicazione di rete, telnet, conversione tra set di caratteri e trasferimento di file su connessioni TCP/IP.

Ma il protocollo che nel corso della sua storia ha contribuito a facilitare le comunicazioni tra la Stazione Spaziale Internazionale e i computer NASA non è più al passo coi tempi, e l’università statunitense ha stabilito che il prossimo 1 luglio segnerà la fine del suo sviluppo e della sua disponibilità commerciale.

A partire da quella data, la Columbia University non venderà né supporterà più Kermit, anche se gli attuali clienti potranno continuare a impiegare il software per via della natura perpetua delle licenze di utilizzo. Per chi volesse continuare a sperare nel futuro sviluppo del protocollo, l’università dice di voler approntare un piano che prevede la distribuzione del codice sorgente sotto licenza BSD .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 apr 2011
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