La Baia non ha paura di nessuno

La Baia non ha paura di nessuno

Lo vogliono dimostrare quelli di The Pirate Bay che sputano a raffica sulle accuse delle major: non ci faranno nulla
Lo vogliono dimostrare quelli di The Pirate Bay che sputano a raffica sulle accuse delle major: non ci faranno nulla

Netizen e pirati issano la bandiera della provocazione, agitata dai venti insidiosi che spirano dall’industria dei contenuti. Beffardi gli admin di The Pirate Bay, che ostentano sicurezza e ridono delle invettive e delle minacciose promesse dei tutori della proprietà intellettuale: tre i casi che coinvolgono i bucanieri della Baia, nessuna preoccupazione ad adombrare lo spirito scanzonato che li anima.

A dichiarare la propria tranquillità è Peter Sunde, nome in codice brokep , amministratore e portavoce dei pirati della Baia svedese, intervistato da Ars Technica . Brokep pare indifferente al fatto che il procuratore Hakan Roswall abbia annunciato il prossimo abbattersi di accuse di favoreggiamento della violazione del diritto d’autore a carico di cinque sospetti legati alla Baia. “Sono abbastanza convinto che vinceremo e non vedo l’ora che succeda – ha spiegato – Sono felice che porti il caso in tribunale piuttosto che continui a scavare nella mia vita privata senza ragioni apparenti”.

Ostenta sicurezza Peter Sunde: il motore svedese di ricerca dei contenuti non ha nulla da temere, visto che le fiammate inquisitorie nei propri confronti si sono progressivamente affievolite dopo il sequestro dei server, che contenevano solo materiale “perfettamente legale”. Invettive e minacce dei colossi dell’intrattenimento si sono ridotte a inoffensivi e accorati appelli , anch’essi occasione di facezie .

Nulla di preoccupante nemmeno sul fronte Prince : l’ Artista ha sguinzagliato la società Web Sheriff per impedire che la Baia lucri sulle sue opere scambiate illegalmente fra gli utenti. Gli investigatori che marcano stretto l’ admin della Baia secondo brokep rimarranno con un pugno di mosche.

Più minacciosa, a parere di Sunde, l’ accusa di cybersquatting rivolta contro The Pirate Bay dall’industria dei fonografici: IFPI, che rivendica un dominio sul quale i pirati della Baia hanno levato il proprio vessillo, ha fatto appello alla World Intellectual Property Organization ( WIPO ) per farselo riassegnare. “Sono abbastanza sicuro che non sarà un arbitrato trasparente”, ha previsto brokep , secondo cui i rapporti tra IFPI e WIPO sono più che amichevoli.

Si mostrano altrettanto sicuri di sé gli operatori del blog TorrentFreak , accusati di pirateria e brutalmente scopiazzati da BREIN , l’organizzazione che raccoglie il diritto d’autore in Olanda. La vendetta non si è concretizzata in una denuncia, ma in una beffarda lettera aperta indirizzata alla società olandese. “Non andiamo per mare né siamo ladri di proprietà intellettuale, a differenza di voi ” si legge nel testo redatto da un avvocato vicino al blog: nessuna azione legale in vista, nessuna minaccia scagliata contro l’industria dei diritti, basta una missiva tagliente e provocatoria per fare emergere le contraddizioni che viziano il mondo dell’industria dei contenuti.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
27 nov 2007
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