La Corte Suprema fermerà le gogne digitali?

La Corte Suprema fermerà le gogne digitali?

Questa la speranza di molti dopoché il massimo tribunale americano ha annunciato di volersi occupare di una legge che autorizza la pubblicazione web dei dati dei condannati. Si fa tutto nel sacro nome della sicurezza
Questa la speranza di molti dopoché il massimo tribunale americano ha annunciato di volersi occupare di una legge che autorizza la pubblicazione web dei dati dei condannati. Si fa tutto nel sacro nome della sicurezza


Roma – Si torna a parlare di gogne digitali negli Stati Uniti, paese nel quale da anni sono invalsi leggi ed usi nella pubblicazione online dei dati di persone libere ma precedentemente condannate per atti legati ad abusi o violenze sessuali. Portare tutti i loro dati su web, in alcuni casi accompagnati anche da una fotografia, è sempre stato giustificato come necessario per la sicurezza della comunità.

Ora le cose potrebbero cambiare.

Stando a quanto affermato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, infatti, vi sono gli estremi per sottoporre alla propria valutazione una delle prime leggi in materia, quella del Connecticut, che consente l’allestimento e il mantenimento di cybergogne nelle quali vengono pubblicati i nomi del condannato, l’indirizzo di residenza, una sua fotografia, e persino informazioni sul DNA della persona. E questo indipendentemente dal fatto che quell’individuo abbia già scontato la pena prevista per le proprie azioni.

Si tratta di dati ritenuti importanti per far sì che chi abita vicino ad un individuo condannato in passato per la propria condotta sia avvertito della cosa. Va detto però che quelle informazioni sono già disponibili per chi vuole informarsi presso i distretti di polizia competenti. Metterle a disposizione in rete, invece, può naturalmente porre a rischio chi ne è coinvolto anche per la semplicità e l’immediatezza dell’accesso.

Per simili ragioni qualche tempo fa la Corte Suprema del New Jersey aveva bocciato le gogne digitali.

Il caso ora portato dinanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti è iniziato nel 1999, quando due delle persone messe a nudo sul sito della Polizia di Stato del Connecticut hanno denunciato la situazione ad una corte federale sostenendo di non essere pericolosi ma di essere invece minacciati da quella pubblicazione. Per la pendenza del caso la Polizia del Connecticut ha avvisato dell’attuale sospensione delle pubblicazioni.

La Corte Suprema ha dunque deciso di voler investigare sul problema affermando che potrebbero esservi elementi di incostituzionalità nella legge del Connecticut. Appare chiaro che, qualora il massimo tribunale americano dovesse bocciare quella normativa, sull’intero vastissimo mondo delle gogne virtuali negli USA si abbatterebbe un temporale, invocato da anni inutilmente dai sostenitori dei diritti civili.

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Pubblicato il
29 mag 2002
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