La cospirazione del PC infetto

La cospirazione del PC infetto

Smascherati i malviventi autori della mega truffa da 20 milioni di dollari condotta a danno di un ricco pianista. Tutto ha avuto inizio da un virus nel pc
Smascherati i malviventi autori della mega truffa da 20 milioni di dollari condotta a danno di un ricco pianista. Tutto ha avuto inizio da un virus nel pc

Venti milioni di dollari: questa l’entità di uno dei raggiri più propizi della storia dell’informatica. Tutto ha inizio nel 2004, quando Roger Davidson, ricco pianista e compositore, porta a riparare il suo pc infettato da un virus e scopre di essere al centro di una cospirazione internazionale .

Approfittando dell’ingenuità dello sventurato musicista, Vickram Bedi, proprietario del negozio Datalink Computer Products, d’accordo con la sua fidanzata Helga Invarsdottir ha messo in scena una storia di intrighi e spionaggio degna dei migliori romanzi di Robert Ludlum: Davidson sarebbe stato la vittima prescelta di un sofisticato malware controllato da un gruppo di criminali honduregni e, ancora, lui e la sua famiglia sarebbero stati il bersaglio da colpire di un gruppo di preti polacchi legati all’Opus Dei, intenzionati a far cadere il governo degli Stati Uniti d’America.

Per chissà quali assude ragioni, la vittima è caduta nel tranello accettando di pagare non solo il recupero dei dati infettati, ma anche per la sua sicurezza personale. Costo del servizio: dai sei fino a venti milioni di bigliettoni . La truffa è andata avanti per oltre sei anni , periodo nel quale lo shop del Datalink Computer Products di Mount Kisco, New York, assorbiva regolarmente denaro dal conto in banca di Mr. Davidson.

Ma la storia, come tutti gli imbrogli che si rispettino, non ha lesinato colpi di scena. Sembra , infatti, che vittima e persecutore siano stati sullo stesso fronte all’interno di un’azione legale contro la Wachovia Bank e altre tre banche associate. Come co-fiduciari del fondo di investimento Redwood II F , Davidson e Bedi accusavano gli istituti bancari di aver mal gestito il patrimonio di 60 milioni di dollari. Le persone denunciate dai due hanno pensato bene di recarsi nell’ufficio della polizia di Harrison, facendo scattare l’inchiesta che ha portato alla scoperta del raggiro. Secondo quanto dichiarato dal capo della polizia, i malviventi erano arrivati a isolare la vittima riuscendo a controllare ogni singolo dollaro che circolasse sul conto in banca. “Erano arrivati – prosegue Anthony Marraccini, capo degli inquirenti – a infiltrarsi sistematicamente nella sua vita, praticando un vero e proprio lavaggio del cervello”.

Bedi e la sua compagna sono stati arrestati mentre stavano preparando la fuga in Islanda. Il costo della cauzione è stato fissato a 3 milioni di dollari ciascuno. Sono accusati, in primo grado, di furto.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il 12 nov 2010
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