La data retention è legge

La data retention è legge

Il provvedimento, che si occupa anche dei tribunali delle acque, stabilisce che provider e operatori telefonici conservino i dati per 24 mesi, molto meno di quanto previsto in origine
Il provvedimento, che si occupa anche dei tribunali delle acque, stabilisce che provider e operatori telefonici conservino i dati per 24 mesi, molto meno di quanto previsto in origine


Roma – Il Senato ha ieri approvato il provvedimento noto come Grande Fratello , la normativa nata da una iniziativa governativa annunciata sotto Natale che è stata, però, ampiamente ridimensionata grazie alla mobilitazione dentro e fuori dalla rete.

Ieri nell’aula di Palazzo Madama a larga maggioranza si è dunque deciso che i dati relativi al traffico telefonico e quelli della posta elettronica saranno conservati da operatori e provider per 24 mesi e soltanto con finalità legale all’accertamento dei reati e alle attività giudiziarie e di polizia relative.

Si tratta, evidentemente, di un risultato destinato a soddisfare almeno in parte le richieste di quanti hanno sostenuto la petizione avviata da QuintoStato contro il decreto del Governo che in origine puntava ad una data retention protratta fino ad un massimo di cinque anni.

Come si ricorderà già alla Camera dei Deputati il decreto era stato ampiamente rivisto dopo la consegna della petizione, le prese di posizione dei provider e la mozione presentata dal deputato diessino Folena.

“Abbiamo apprezzato – ha dichiarato dopo l’approvazione uno dei maggiori oppositori della normativa, ispiratore della petizione, il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana – che il lavoro svolto in Commissione Giustizia abbia consentito la presentazione di pochissimi emendamenti al Decreto Grande Fratello”. “Pur avendo delle perplessità sul testo – ha spiegato Cortiana – io stesso mi sono astenuto dal presentare emendamenti, perché ritengo il tema del difficile equilibrio tra privacy e sicurezza una questione cruciale, che non può essere affrontato in un decreto legge omnibus, ma necessiti di una profonda riflessione da parte del legislatore”.

Secondo Cortiana, dunque, non ci si può fermare qui. “La sfida del digitale – ha anche dichiarato – ci obbliga ad una riflessione alta e approfondita sui diritti contrapposti di privacy e sicurezza; è urgente la creazione di una Carta dei Diritti per la Cittadinanza Telematica , visto che ignoranza e protervia ci obbligano a difendere diritti fondamentali. E’ tempo di passare all’attacco”.

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Pubblicato il
19 feb 2004
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