La Lega vorrebbe una regione poco social

La Lega vorrebbe una regione poco social

Un'interrogazione presentata da un gruppo di consiglieri regionali leghisti vorrebbe il blocco degli accessi ai social network da parte dei dipendenti del Pirellone. Citati anche i rischi derivanti dallo scaricamento illecito
Un'interrogazione presentata da un gruppo di consiglieri regionali leghisti vorrebbe il blocco degli accessi ai social network da parte dei dipendenti del Pirellone. Citati anche i rischi derivanti dallo scaricamento illecito

“Internet è ormai disponibile in tutti i posti di lavoro e molti dipendenti non riescono a resistere alla tentazione di collegarsi ai social network del momento, Facebook e Twitter”. È quanto si legge nel testo di una recente interrogazione presentata ai vertici della Regione Lombardia dal Gruppo Consiliare della Lega Lombarda-Lega Nord-Padania .

“Blocco dei social network in Regione Lombardia”: è questo, in estrema sintesi, l’obiettivo dichiarato da Renzo Bossi e altri consiglieri regionali della Lega Nord. All’assessore competente è stato dunque chiesto di predisporre dei filtri che impediscano l’accesso ai social network dalle postazioni di lavoro nel celebre Pirellone .

Citati “alcuni studi” che avrebbero dimostrato come la frequentazione del web avvenga con maggior concentrazione durante l’orario lavorativo . Una prassi che imporrebbe “maggiori costi per l’ente Regione e per le società partecipate”, oltre ad introdurre dei rischi derivanti dal tipo di traffico.

Quali ? “L’apertura della rete aziendale ad un traffico dati che può costituire una porta d’ingresso ad operazioni di pirateria informatica, furto d’informazioni o danneggiamento delle strutture; la possibilità di scaricare software in grado di causare malfunzionamenti alle macchine; aumento del rischio di contagio a causa di virus informatici”.

Ci sarebbero poi degli ulteriori rischi derivanti dal “rallentamento della rete”, oltre che dal “download di materiale illegale che espone la pubblica amministrazione a forme di responsabilità per omesso controllo”. Resta da capire come la pirateria audiovisiva sia collegata all’uso del personale dei social network.

Ma soprattutto sono stati in molti ad interrogarsi sulla natura della richiesta, dato l’uso smodato che personaggi pubblici come lo stesso Renzo Bossi fanno dei social network. C’è chi è andato al di là della singola vicenda: “Episodi come questo nascondono infatti un’idea di amministrazione di stampo fordista che decenni di riforme, di leggi, di proclami e di studi non sono riusciti ancora a debellare e che per altro in buona misura, abbandonata anche in fabbrica, sopravvive solo qui”. A scrivere è Carlo Mochi Sismondi in un editoriale sul sito saperi.forumpa.it : “Mi spaventa, quindi, non tanto l’interrogazione leghista, ma la convinzione diffusa, ad essa sottesa, che la PA sia paragonabile più a una fabbrica del secolo scorso, dove quel che conta è essere al proprio posto in una catena, piuttosto che una moderna organizzazione basata sulla conoscenza”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 mar 2012
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