La minaccia del pedoweb sulla rete USA

La minaccia del pedoweb sulla rete USA

Multe salate per chi non denuncia gli abusi sulla propria rete WiFi. Una proposta di legge negli States potrebbe stroncare la prospettiva della libera connettività. Provider, social network, webmaster: tutti corresponsabili
Multe salate per chi non denuncia gli abusi sulla propria rete WiFi. Una proposta di legge negli States potrebbe stroncare la prospettiva della libera connettività. Provider, social network, webmaster: tutti corresponsabili

Washington – Dovranno vigilare sulle proprie connessioni e sui propri utenti “i fornitori di servizi di comunicazione elettronica ” e i fornitori di servizi di ” remote computing ” americani. La camera bassa del parlamento USA ha approvato una proposta di legge che estende e rende più gravosa la responsabilità di coloro che rendono possibile la circolazione in rete di immagini pedopornografiche .

Secondo le definizioni burocratiche fornite dal parlamentare Nick Lampson nello stilare il Securing Adolescents From Exploitation-Online Act ( SAFE Act ) sotto le due tipologie di fornitori di servizi citate nel testo della legge, si celano individui, internet point, biblioteche, alberghi e tutti i fornitori di connettività WiFi, covo di criminali e di molestatori che vi agiscono impuniti. Non bastasse, la proposta di legge sembra interessare anche i fornitori di servizi online come piattaforme di social networking, email, siti web.
L’ avvertimento riguardo all’ampiezza e alla vaghezza dei termini della proposta giunge dall’esperto Declan McCullagh.

I compiti di sorveglianza affidati alla pluralità di attori di cui sopra? Chiunque fornisca al pubblico servizi di connettività e servizi online e verifichi traffici o upload di immagini pedopornografiche dovrà innanzitutto registrare le proprie generalità presso il CyberTipline del National Center for Missing and Exploited Children , organizzazione che si regge su 40 milioni di dollari di finanziamenti statali. Sarà poi costretto a fornire tutte le informazioni necessarie alle indagini: momento e località in cui è avvenuta la violazione, qualsiasi traccia lasciata dal sospetto. Dovrà inoltre provvedere a fornire e conservare l’immagine incriminata, pena multe più severe di quelle previste finora .

Verranno sanzionati con 150mila dollari coloro che non segnaleranno tempestivamente il sospetto traffico di immagini pedopornografiche riscontrato sulla propria rete. Multe che raggiungeranno i 300mila dollari qualora l’operatore si dimostrasse negligente e recidivo. In compenso, a coloro che avranno provveduto alla vigilanza e alla denuncia verrà assicurata l’immunità nell’ambito di cause civili e penali.

Ma la vaghezza del testo della proposta di legge non investe solo gli attori della rete. Anche le immagini oggetto della violazione soffrono di definizioni vaghe e estensibili: ricadono sotto la definizione di immagini pedopornografiche non solo le foto nelle quali si sta consumando un abuso, ma anche fotografie in cui sono ritratti minori in atteggiamenti lascivi e il pedoporno apparente , fumetti o disegni o rappresentazioni a sfondo pedopornografico.

Il SAFE Act, approvato quasi all’unanimità alla camera bassa, dovrà passare al vaglio del Senato, che lo scorso anno ha evitato che una analoga proposta , considerata liberticida, si tramutasse in legge.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 7 dic 2007
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