Roma – C’era una volta la pubblicità. C’era, già. Perché ora la pubblicità online si avvia ad una prossima definitiva sublimazione in un altro stato dell’essenza. I banner, gli spot virtuali, sono ormai rantolanti strumenti di promozione che gli utenti non vedono più, sui quali nessuno clicca e che costano sempre meno, talmente poco da far dubitare che siano utili.
La fase transitoria è già cominciata, è quella fase in cui i banner diventano più grandi, in cui la pubblicità invade le home page dei siti, mentre si restringe lo spazio dei contenuti per consentire l’espansione delle dimensioni della pubblicità stessa. I siti delle comunità online si tappezzano di link utili tra un bannerone e l’altro, quelli di informazione costruiscono news che girano attorno a lenzuoli pubblicitari interattivi sempre più sofisticati e sempre più grandi, che non si possono non vedere. Ed è questa la loro ultima spiaggia.
Quanto può durare? Per quanto tempo gli utenti saranno disposti a navigare su siti che offrono servizi conditi di così tanta pubblicità lampeggiante da lasciare ben poco spazio, visivo ma anche psicologico, a tutto il resto?
Quando lo IAB, l’istituto che si occupa di queste cose a livello internazionale, ha approvato i nuovi standard per la pubblicità online, ha ufficializzato quello che da tempo era nell’aria, cioè che la pubblicità online si appronta a compiere una muta epocale. Come i serpenti, lascerà ai ricordi una pelle che non serve più e tornerà a strisciare sul Web in modo nuovo.
La pubblicità online sarà ben più invasiva di quella attuale perché costituirà la natura di molti servizi, le news saranno proposte pubblicitarie palesemente travestite, e la vendita di prodotti e servizi sarà la scusa per qualsiasi abiezione, apparentemente inevitabile. La pubblicità intesa come spot non servirà più, saranno i prodotti a fare notizia.
Con mia grande sorpresa mi scopro già a rimpiangere il buon vecchio banner in cima alle pagine di tutti i siti…
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Solo i soldi contano?
Ritengo l'articolo piuttosto riduttivo, o forse volutamente provocatorio:Mi chiedo, ma solo i soldi contano?Non ci deve essere nessun'altro motivo al mondo che il guadagno a spingere le nostre azioni?Non sono contro all'estensione del mercato anche al mondo internet, ma e' proprio necessario che il mercato soffochi tutto? Che tenti a tutti i costi di invadere ogni spazio o mezzo di comunicazione per fare soldi?La comunicazione e lo scambio sono il pregio principale di internet, perche' invece si cerca di ridurlo ad una vetrina?Forse che si vuole far credere a tutti i costi che internet sia una vetrina per soffocare la comunicazione e l'informazione?Si ha paura che il web possa far crescere le persone grazie alla facilitata condivisione di risorse e idee e che queste aprano gli occhi?AnonimoVoglio ciucciare ancora un pò
Ciao Luca,carina la metafora del ciuccio, davvero bella!Vorrei però farti presente un paio di cosette:1) innanzitutto Internet in Italia ha cominciato ad essere popolare solo da un anno o poco più. Negli States mi risulta invece che sia da molto più tempo. Quindi: se loro si stanno abituando a vivere senza il ciuccio (fuor di metafora: se gli utenti si stanno abituando a pagare per avere informazioni e servizi su Internet) non è detto che qui in Italia si debba fare la stessa cosa ADESSO. Pazienza Luca, pazienza!2) Negli States sono abituati a pagare per qualsiasi cosa: non hanno la mutua, gli ospedali gratis e persino in televisione, se vuoi vedere qualcosa di decente devi abbonarti alla Pay-Tv.In Italia non è così, mettere i servizi Internet a pagamento adesso sarebbe un suicidio per chi lo fa: perderebbe i suoi affezionati lettori che emigrerebbero su altri siti. Gratuiti, ovviamente.AnonimoLeggendo le righe e tra le righe...
L'articolo è scritto piuttosto bene e la metafora del ciuccio è quantomeno divertente. Tuttavia nasconde un paio di insidie:1) Cito dall'articolo:"l'ennesimo e non ultimo rinnovamento che Internet e dintorni propone ed impone alla sua comunità sempre più grande e consapevole".Sul fatto che la comunità sia cresciuta non ho dubbio alcuno, sul fatto che sia 'consapevole' nutro invece forti dubbi. Oggi per i più Internet inizia sul Web, passa (a volte!) per Napster e finisce sulla posta elettronica. I più esperti arrivano ad utilizzare un Instant Messanger, servizi come Gopher sono (forse anche giustamente) scomparsi perchè resi obsoleti. Servizi come l'FTP e i Newsgroups stanno (ingiustamente) riducendosi progressivamente d'importanza e pochi sembrano preoccuparsene (forse solo la vecchia guardia di navigatori). IRC è assediata dai già citati Instant Messanger.Vincono i servizi più massivi (Web - meglio: navigazione Web - e Napster), e i più simili ai mezzi Peer to peer tradizionali (Mail, IM).Per i nuovi utenti Internet l'Agorà culturale, sociale e tecnologica non è mai esistita.2) La finite di dire che Linux è gratis?? L'Open Source è libero *NON* gratuito! Il fatto che spesso le due cose, almeno apparentemente, si accompagnino è una conseguenza della libertà non il contrario! Anche un programma Freware è gratis ma non è detto che sia open!!AnonimoRe: Leggendo le righe e tra le righe...
- Scritto da: > 2) La finite di dire che Linux è gratis?? L'Open> Source è libero *NON* gratuito! Il fatto che> spesso le due cose, almeno apparentemente, si> accompagnino è una conseguenza della libertà non> il contrario! Anche un programma Freware è gratis> ma non è detto che sia> open!!non ho mai pagato per NESSUNA delle molte distribuzioni che ho.E non ho rubato o scaricato illegalmente.quando non pago, per me è gratis.che sia una conseguenza o altro, non cambia il fatto che sia gratis.Derdickleggendo ancora tra le righe
molti articoli di pi, ultimamente, sostengono la tesi che cio', che si trova sulla rete, in qualche modo, va pagato. tra un po', avremo pi a pagamento?AnonimoRe: leggendo ancora tra le righe
- Scritto da: A.> molti articoli di pi, ultimamente,> sostengono la tesi che cio', che si trova> sulla rete, in qualche modo, va pagato. > > tra un po', avremo pi a pagamento?l'editore dice esattamente il contrario proprio su una delle notizie del quotidiano sempre sullo stesso tema (informazione a pagamento on line)http://punto-informatico.it/pol.asp?mid=16890&fid=35544in generale e' una tendenza negli usa quindi ancora un paio d'anni di scrocco ce li abbiamo assicurati!!!!;DDDDDDDDAnonimoPI a pagamento?? = PI ADDIO!!
PI a pagamento?? = PI ADDIO!!AnonimoRe: PI a pagamento?? = PI ADDIO!!
- Scritto da: no money> PI a pagamento?? = PI ADDIO!!??moderatoreeeeeeee rimuovi so OT ! ;))leggi anche gli altri commenti e trovi la risposta ciaooAnonimoRe: PI a pagamento?? = PI ADDIO!!
- Scritto da: no money> PI a pagamento?? = PI ADDIO!!che carini i lettori di PI.veramente splendidi ! :)Anonimosole24ore 2008
il vecchio LucaS precorreva i tempi eh?http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2008/09/chrome-gratis-strategia-marketing.shtml?uuid=fe6351f2-7b13-11dd-9086-179d242361df&DocRulesView=Liberoperò c'è da dire che il Sole parla parla e SALTA a pié pari tutti quelli che cita ... dice che nessuno regala niente.eppure Firefox non serve a nessuno degli scopi che il Sole cita come "guadagni".Forse qualcuno regala.DerdickGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiRedazione 23 03 2001
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