La realtà aumentata dell'equo compenso

La realtà aumentata dell'equo compenso

Ovvero: i nuovi prezzi dopo l'entrata in vigore del decreto. Tra i primi listini a mostrare traccia dei rincari c'è quello di Apple: aumenti nell'ordine di una manciata di euro per Mac, iPod e iPhone
Ovvero: i nuovi prezzi dopo l'entrata in vigore del decreto. Tra i primi listini a mostrare traccia dei rincari c'è quello di Apple: aumenti nell'ordine di una manciata di euro per Mac, iPod e iPhone

Entra oggi in vigore il decreto firmato dal Ministro Bondi con cui il Governo ha deciso di estendere le categorie di dispositivi per cui bisogna pagare la tassa il “compenso dovuto per legge a soggetti privati” per copia privata.

In attesa , dunque, del parere della Commissione Europea sul ricorso presentato da Altroconsumo e nonostante il decreto sia stato oggetto di discussioni anche in Parlamento , gli effetti della decisione di estensione sembrano già ricadere sui consumatori: i rincari dei prezzi dei dispositivi di memorizzazione di ogni tipo, dai PC, alle pennette, ai telefonini, è da attribuire al decreto con cui si estende la materia dell’equo compenso dovuto alla SIAE.

Solo per fare un esempio, guardando per uniformità ai prezzi di Apple Store , si rileva come il balzello costi già decine di euro: l’ iPod shuffle da 2 GB è salito da 55 a 61 euro , quello da 4 GB da 75 a 81 euro. L’iPod nano da 8 GB passa da 139 a 143 euro, quello da 16 GB da 169 a 174 euro. iPod touch 8 GB è passato da 189 a 194 euro, il modello da 32 GB da 279 a 286. Dieci euro in più per il modello da 64 GB .

Le nuove disposizioni prevedono inoltre un compenso definito in cifra assoluta e non in percentuale al costo (a parte che per i masterizzatori per cui si parla di un 5 per cento in più sul prezzo di vendita), rendendo quindi il peso dell’aumento di compenso dovuto ancora meno digeribile per il produttore: 23 e 22 centesimi per ogni ora di registrazione musicale rispettivamente per i supporti audio analogici e per quelli digitali (quindi per ogni CD e DVD). Per i DVD riscrivibili, poi, si parla di 41 centesimi per ogni 4,7 GB.

Per i dispositivi di memoria come gli hard disk interni di PC, Netbook e Notebook, sono dovuti alla SIAE 0,02 euro per ogni GB fino a 400, e 0,001 euro oltre tale soglia (anche se per il primo e secondo anno il rincaro non potrà superare i 12 euro, e nel terzo i 20). Per le memorie o hard disk integrati “in un apparecchio multimediale audio e video portatile o altri dispositivi analoghi si parte da 3,22 euro fino a 1GB, per arrivare a 28,98 euro dovuti per dispositivi con capacità superiori ai 250 GB.

Per le memorie trasferibili sono richiesti 0,05 euro dai 32 MB ai 5 GB e 0,03 euro da 5GB in su, e per le chiavette USB oltre i 4 GB sono pretesi 0,09 euro: tali compensi dovrebbero essere calcolati per ogni GB, anche se in realtà i punti ad essi dedicati,”O” e “P” art. 2, non specificano l’unità di misura da considerare.

Per i lettori MP3 le cifre lievitano , anche considerando le capacità di memorizzazione attualmente più diffuse: 5,15 euro se hanno una memoria tra 1 e 5 GB, 6,44 euro da 5 a 10 GB, 7,73 se da 10 e 15, 9,33 euro oltre 15 e 22,88 euro oltre i 20 GB.

Coinvolti nel compenso dovuto alla SIAE per copia privata anche BlueRay, D-VHS, supporti video analogici. Fissato a 1,90 se privo di masterizzatore, e 2,40 se ce l’ha incluso, qaunto dovuto per ogni PC.

Per cellulari e smartphone si devono invece 0,90 centesimi di euro per dispositivo, tuttavia si legge all’art. 3 che per gli apparecchi polifunzionali con memoria o hard disk fissi è dovuto solo il compenso per copia privata commisurato alla capacità di registrazione resa da tale memoria: quindi sembrerebbe possibile che la tassa lieviti in base alla capacità di memoria indipendentemente da tale compenso fisso. Caso tipico di cellulare con funzionalità di lettore musicale è iPhone, ma lo stesso vale per molti smartphone di ultima generazione.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
24 mar 2010
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