Lagarde avverte: Europa in ritardo sull'AI rispetto a Cina e USA

Lagarde avverte: Europa in ritardo sull'AI rispetto a Cina e USA

Christine Lagarde, presidente della BCE, avverte che senza una strategia comune, l'Europa non potrà competere con Stati Uniti e Cina nell'AI.
Lagarde avverte: Europa in ritardo sull'AI rispetto a Cina e USA
Christine Lagarde, presidente della BCE, avverte che senza una strategia comune, l'Europa non potrà competere con Stati Uniti e Cina nell'AI.

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, non è tipo da usare mezzi termini quando deve dare lezioni all’Europa. Ha ammonito i leader europei: si stanno svegliando troppo tardi, e rischiano di far gravare sull’UE un peso che in passato ha già avuto conseguenze disastrose.

Il ritardo accumulato dall’Europa in materia di intelligenza artificiale è un tema che torna costantemente sul tavolo, e Lagarde lo ha affrontato davanti a un parterre di dirigenti politici ed economici riuniti a Bratislava.

Lagarde avverte: l’Europa rischia di perdere il treno dell’AI

L’Europa, ha detto, rischia di mettere in pericolo il proprio futuro rimanendo spettatrice della rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Stati Uniti e Cina avanzano rapidamente, un ritmo che il Vecchio Continente non riesce più a seguire. E sul lungo termine sarà insostenibile, con il rischio di ripetere esattamente gli errori del passato.

Con Stati Uniti e Cina in testa, l’Europa ha già perso l’occasione di essere un attore pioniere dell’AI., afferma Lagarde, ricordando che l’Europa soffre ancora le conseguenze di aver mancato il treno della prima rivoluzione digitale degli anni 1990-2000. È un fallimento vecchio di vent’anni che rischia di ripetersi identico se il discorso di Lagarde è profetico.

Nessuna reale piattaforma europea è riuscita a emergere di fronte a Google o Facebook. Nessuna azienda è riuscita a resistere allo tsunami Amazon, alla superpotenza di NVIDIA, o all’egemonia di TikTok. L’UE oggi appare come l’unico blocco economico a dipendere interamente da infrastrutture digitali progettate altrove: chip americani, piattaforme cinesi, cloud statunitense, e modelli AI stranieri.

È una situazione indegna di una potenza che si pretende ancora “sovrana”. Non c’è nulla che indichi attualmente che la traiettoria europea nel settore dell’AI prenderà un altro percorso. Le stesse cause producono sempre gli stessi effetti, e l’Europa sembra determinata a ripetere gli errori che l’hanno resa irrilevante nella prima rivoluzione digitale.

Le conseguenze economiche saranno peggiori

La differenza fondamentale evidenziata da Lagarde è che le ricadute economiche permesse dall’AI sono ancora più importanti di quelle portate dalla digitalizzazione. Se l’UE perde questo treno, non ce ne sarà un secondo che passerà miracolosamente tra dieci anni. È adesso o mai più, e l’Europa sta vegetando nel suo angolo mentre americani e cinesi investono massicciamente.

Dipendere da soluzioni straniere è una minaccia per la sovranità europea, ammesso che esista ancora, e non farebbe che accrescere la dipendenza tecnologica, già sufficientemente radicata.

Un’Europa che non padroneggia la propria potenza di calcolo, che non produce i propri chip, che affida il cloud agli americani, e che delega lo spazio informazionale ai social network stranieri, sta semplicemente galoppando in coda al plotone nella grande corsa all’AI.

Un patchwork di 27 stati può battere la Silicon Valley?

Lagarde pone implicitamente la domanda cruciale: un patchwork di 27 Stati con politiche completamente contraddittorie può davvero battere la Silicon Valley o Shenzhen? La risposta è quasi nella domanda stessa. Quando hai bisogno di coordinamento rapido, investimenti massicci, e visione strategica unificata, avere 27 governi che devono mettersi d’accordo è un handicap strutturale.

Gli Stati Uniti hanno un mercato unificato, una lingua comune, un sistema legale coerente, e un governo federale che può fare investimenti strategici rapidamente. La Cina ha un governo centralizzato che può dirigere risorse enormi verso obiettivi strategici senza dover negoziare con 27 parlamenti diversi. L’Europa ha… il Consiglio Europeo dove 27 stati litigano per mesi su ogni decisione.

Lagarde conclude che senza strategia comune né mezzi industriali solidi, l’Europa non potrà rivaleggiare nella corsa mondiale all’intelligenza artificiale. Non è questione di talento, l’Europa ha ricercatori brillanti, università eccellenti, e tradizione scientifica forte. È questione di struttura, investimenti, e volontà politica.

E mentre tutto questo accade, l’Europa continua a discutere di regolamentazione, importante, certo, ma inutile se non c’è industria da regolare. L’AI Act europeo è un pezzo di legislazione impressionante che regolamenta tecnologie che l’Europa non produce.

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Pubblicato il
25 nov 2025
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