Wikileaks è un sito americano specializzato in soffiate. Si potrebbe definirlo come una copia americana, meno generalista ed un tantino più seria, di Dagospia . Forse sarebbe più elegante e descrittivo dire che è un sito specializzato nel sollecitare indiscrezioni telematiche e nel diffonderle rapidamente con un uso assai accorto di quelle reali libertà di espressione che la Costituzione ed il sistema legale degli Stati Uniti d’America permettono di esercitare ancor oggi.
Chi a questo punto avesse dubbi potrebbe consultare le voci italiana e inglese di Wikipedia, verificarne analogie e differenze (e non ci addentriamo oltre…), e chiedersi se è proprio vero che prima del 2007 non esisteva.
Insomma, è un sito di indiscrezioni a cui chiunque può anonimamente fornire un documento, che se anche solo di vago interesse verrà prontamente pubblicato. A nome di una casa editrice americana, la Sunshine Press.
Wikileaks è l’emulo più giovane e vitale di una altro sito specializzato in documenti “scomodi”, Cryptome , che nel lontano 1996 ha aperto questa strada. Wikileaks e Cryptome erano recentemente state al centro di una querelle a più riprese con Microsoft, a proposito di documenti legati agli ormai mitici Cofee e “Criminal Compliance Handbook” (basta link, cercateveli da soli).
L’altro ieri è stato al centro di un caso curioso, che riferiamo per puro dovere di cronaca, senza fornire conferme, ipotesi o smentite. Wikileaks ha infatti pubblicato un presunto documento classificato dell’Esercito USA (non è la prima volta, ne ha già pubblicate intere collezioni) dal significativo titolo “Wikileaks.org – Una risorsa online per servizi segreti stranieri, golpisti o gruppi terroristici?”.
Il punto interrogativo alla fine sdrammatizza un poco il titolo, ma una lettura del documento lo fa rapidamente dimenticare. Apparentemente si tratta di un dettagliato manuale su Wikileaks, il suo funzionamento, i suoi punti forti e deboli, nonché i possibili modi di distruggerlo. Decidete voi cosa pensarne. Di certo un sacco di gente se lo è scaricato, visto che il sito ha avuto seri problemi di raggiungibilità per diverse ore.
A questo punto sorge spontanea qualche domanda.
Wikileaks e Cryptome sono espressioni estremistiche e dannose della libertà di espressione che purtroppo le democrazie occidentali, per le loro caratteristiche, sono costrette a tollerare?
Wikileaks e Cryptome rappresentano la vetta della libertà di espressione e della trasparenza che per fortuna le democrazie occidentali, per le loro caratteristiche, permettono ai loro cittadini?
Forse una via di mezzo, ambedue le cose. Difficile fornire certezze.
Allora semplifichiamo. Potremmo permetterci di non averli? Di cancellarli?
Coloro che considerano la censura qualcosa che dovrebbe essere espulsa dalla legislazione di qualunque democrazia, anche solo lontanamente degna di questo nome, non avranno a questo punto dubbio alcuno. Se già non lo hanno fatto, andranno a vedere esattamente di cosa si tratta, e dopo aver compreso noteranno certamente che si tratta di iniziative che chiedono fondi per finanziare il loro funzionamento.
In questo caso potrebbero decidere di mandargli qualche monetina. Esentasse magari. In Europa i fondi li raccoglie una fondazione dal nome illuminante, la “Wau Holland foundation”.
Un riconoscente e riverente pensiero per Wau, e per oggi è tutto.
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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