L'antispam cinese sa di censura

L'antispam cinese sa di censura

Il Governo si prepara ad emanare una legge anti-spam che obbligherà alla registrazione tutti gli utenti mobili e creerà un nuovo ente di controllo per il messaging online e telefonico
Il Governo si prepara ad emanare una legge anti-spam che obbligherà alla registrazione tutti gli utenti mobili e creerà un nuovo ente di controllo per il messaging online e telefonico


Pechino – Il “bene” della popolazione cinese è uno spazio di probabilità sapientemente adoperato dal Governo della Repubblica per legiferare nuove restrizioni. Con la scusa di combattere il fenomeno dello spam online e mobile , Pechino ha deciso di emanare una nuova regolamentazione che obbligherà tutti i possessori di cellulare a registrarsi ad un apposito elenco e che permetterà ad un non ben definito ente di monitorare costantemente il traffico mail ed SMS.

Già perché il problema è che l’ antispam di Stato per la telefonia non viene considerato sufficiente, quindi, ironia della sorte, bisognerà affidarsi al controllo totale.

Secondo l’agenzia stampa Xinhua i messaggi pubblicitari, d’ora in poi, per giungere al ricevente dovranno passare attraverso la trafila del “consenso”. Un po’ come avviene in Occidente, quando si decide di lasciare la propria firma sotto le righe in piccolo dei contratti o delle campagne promozionali. Inoltre, sulle mail dovrà essere sempre ben presente la voce “pubblicità”, in modo che l’utente non possa essere circuito.

Per quanto riguarda invece i metodi di controllo di prossima applicazione e che cosa si intenda realmente per messaging illegale, la testata cinese ha ammesso che al momento è tutto coperto da un alone di mistero. Il Governo, infatti, non ha fornito dettagli al riguardo. Non è dato sapere neanche quali saranno le pene per i trasgressori né quando la normativa entrerà in vigore.

Alcuni analisti si domandano se questo tipo di legge potrà raggiungere qualche risultato nel campo dello spamming, dato che soluzioni analoghe adottate in altri paesi non si sono dimostrate vincenti. La Cina ha attualmente 111 milioni di utenti online che ricevono una media di 16,8 mail spam alla settimana. Sebbene Li Guobin, alto funzionario del Governo, abbia ribadito che lo spamming è diventato un problema prioritario, dietro questa presa di posizione sembrerebbe nascondersi un diverso indirizzo. E’ evidente che il controllo totale del traffico testuale permetterebbe anche di assestare un duro colpo alle file dei dissidenti.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
23 feb 2006
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