Nella loro continua ricerca sulle fibre (ottiche e non solo) capaci di riconoscere e reagire all’ambiente esterno, i ricercatori del MIT hanno realizzato quelle che definiscono delle vere e proprie “fibre acustiche” in grado di reagire alle vibrazioni sonore e nel contempo di generarle. Nel futuro, sperano gli scienziati, ci sarà la possibilità di integrare queste nuove proprietà nel vestiario e negli oggetti di uso comune .
Le fibre acustiche del MIT funzionano in sostanza sia come microfono che come speaker, qualità che deriva dal particolare mix di materiali da cui sono composti e dalla posizione dei suddetti materiali all’interno di ogni singola fibra. La capacità piezoelettrica di un tradizionale microfono – il quale cambia forma una volta applicato un campo elettrico – è stata replicata grazie all’uso di un materiale plastico contenente grafite .
Un ulteriore passaggio per la realizzazione di fibre acustiche funzionanti ha previsto l’allineamento dello molecole del composto con un campo elettrico 20 volte più intenso di quello di un fulmine , alla ricerca di un delicato equilibrio tra la stabilità di funzionamento delle nanofibre e la sicurezza dei materiali circostanti.
Il risultato è stato infine testato e misurato in una vasca d’acqua – dove il suono si propaga meglio che attraverso l’aria – bombardando le fibre con un “trasduttore acustico standard”. I ricercatori sostengono che ora è possibile “ascoltare” le fibre emettere suoni a frequenze udibili dall’orecchio umano, vibrare e produrre note diverse come uno strumento musicale.
Le possibili applicazioni delle fibre acustiche? Al MIT non pongono limiti alla fantasia e tratteggiano un possibile futuro fatto di microfoni indossabili , sensori biologici, sonar ad alta risoluzione estesi su grandi aree per il monitoraggio del flusso delle acque negli oceani.
Alfonso Maruccia