Lettere: Derubata dal salvataggio di Word

Lettere: Derubata dal salvataggio di Word

Word 1.0 non salva i file con nomi superiori agli 8 caratteri. Risultato: Maria non riesce a salvare il file e non acquisisce il titolo di "addetta al videoterminale"
Word 1.0 non salva i file con nomi superiori agli 8 caratteri. Risultato: Maria non riesce a salvare il file e non acquisisce il titolo di "addetta al videoterminale"


Web (internet) – Il mese scorso, Maria, una ragazza regolamente iscritta al collocamento, nonché alla lista dei lavori socialmente utili, decide di acquisire la qualifica di “videoterminalista”, che le potrebbe sempre tornare utile nei concorsi pubblici.

Per fare questo Maria si rivolge all’ufficio di collocamento del proprio comune, presso il quale si iscrive all’esame che si sarebbe tenuto di lì a breve in Ancona. L’esame è pubblico e la Regione Marche lo farà svolgere a tutti coloro i quali si iscriveranno così come fatto da Maria, anche se non hanno frequentato il corso presso la Regione stessa (Maria, dopotutto, ha già un impiego sempre nella categoria dei l.s.u. e non ha quindi la possibilità, il tempo di seguire il corso stesso).

Non le viene data alcuna indicazione sul programma dell’esame, ovvero di quali prove si compone, quali sono le conoscenze necessarie, libri di testo od altro ancora. Dopo un mese Maria si presenta all’esame, che si svolge in questa maniera.

Attrezzatura hardware e software: computer 386 con Windows 3.0 e Office 1.0. Compiti da svolgere: copiatura di un documento in Word, salvataggio del file .doc creato, elaborazione di una formula in un foglio di Excel, stampa del risultato.

Maria si sente in grado di svolgere correttamente l’esame, dato che utilizza normalmente apparecchiature ben più moderne e programmi molto più sofisticati, sia a casa sia in ufficio, ed è in grado di compiere ben altre operazioni!

Ma Maria ha due grandi difetti. Il primo è quello di avere solo 25 anni, e quindi di non conoscere il mondo informatico prima di Windows 95. Il secondo è quello di avere un cognome (inventato in questa sede), ovvero “Barchiesi”. Dov’è il problema? Semplice: quando Maria deve salvare il documento creato con Word, e lo deve fare dandogli il suo cognome, (“barchiesi.doc”) l’operazione non risulta possibile in quanto il computer risponde sempre con “comando non valido”!

Nessuno dei “docenti” presenti all’esame, ovviamente, dice nulla a Maria in merito, neanche quando lei si rivolge loro per segnalare l’anomalia del software (l’impressione è che neanche loro ne sappiano niente…). Cosa è successo quindi? E ‘ successo che Word 1.0 non salvava i files con nomi superiori agli 8 caratteri !!!!!!!! Risultato: Maria non riesce a salvare il file. Maria non acquisisce il titolo di “addetta al videoterminale”.

Ci si chiede, a questo punto, se, innanzitutto, sia normale far svolgere un esame pubblico su di un 386 con Windows 1.0, quindi come si possa pretendere che una persona di 25 anni sia in grado di conoscere uno dei tanti bug di un software di 15 anni addietro, e infine se sia legale non permettere a tutti i partecipanti ad un esame pubblico di partecipare a parità di condizioni (questo perché tutti i partecipanti con cognome superiore agli 8 caratteri, se non avvertiti o già a conoscenza della limitazione del software, non avevano le stesse possibilità degli altri di superare il compito assegnato loro!).

Se anche si fosse svolto l’esame su di un computer dotato di Windows 3.1 – che almeno i nomi superiori agli 8 caratteri li troncava per conto suo – come si sarebbero riconosciuti i lavori degli uni dagli altri, avendo molti files con lo stesso nome? Ad esempio: “corinald.doc” sarebbe potuto appartenere a “corinaldo”, “corinaldi”, “corinaldesi” ecc. ecc., specialmente se si considera il luogo geografico dove l’esame si è svolto, ovvero una realtà locale molto piccola, dove molti hanno addirittura lo stesso cognome!

Tralasciando altri pietosi particolari sulle modalità di svolgimento dell’esame in oggetto, speriamo che questa lettera possa far riflettere tutti i lettori, la Regione Marche, il Ministero della Pubblica Istruzione e tutte le persone che operano, o dovrebbero operare, nella “alfabetizzazione informatica” della nostra nazione che, inutile ricordarlo, è ormai parte dell’Europa Unita.

L’assurdità di questa vicenda è così palese che ve l’ho voluta raccontare sia per denunciare l’accaduto, sia per tutti quelli che, come Maria, si sono trovati in situazioni simili a questa. Cose purtroppo normali, in Italia. Mentre c’è chi parla addirittura di “Patente Europea dei Computer”… Mah! Cordiali saluti.

Claudio.

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Pubblicato il
27 dic 1999
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