Gli esperimenti condotti nel Large Hadron Collider continuano a far discutere: l’acceleratore di particelle europeo dell’ Apocalisse mancata e del “quasi” bosone di Higgs avrebbe ora generato un nuovo tipo di materia sin qui mai osservato in via sperimentale.
A suggerire l’ipotesi sono i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology , i quali lavorando sui dati raccolti con l’esperimento CMS (Compact Muon Solenoid) hanno rilevato l’esistenza di un comportamento anomalo delle particelle generate dall’impatto fra atomi di piombo ionizzati e protoni a velocità prossime a quella della luce.
In seguito all’impatto, le particelle dovrebbero dirigersi in ogni direzione senza seguire un percorso particolare e definito, ma i dati svelano che alcune coppie di particelle prendono invece a dirigersi nella stessa direzione. Le particelle sono coordinate, e in teoria non avrebbero modo di comunicare la rispettiva direzione l’una all’altra.
In pratica, suggerisce il lavoro degli scienziati del MIT, le particelle assumono questo bizzarro comportamento perché vanno a impattare un tipo di materia definito color-glass condensate – un “muro” composto da una gran quantità di gluoni, le particelle subatomiche che tengono insieme i quark all’interno delle particelle composite che formano il nucleo degli atomi (protoni e neutroni) veicolando una delle quattro forze fondamentali dell’universo (interazione forte).
L’esistenza del color-glass condensate era stata in realtà già teorizzata anni fa dai ricercatori statunitensi del Brookhaven National Laboratory: allora l’ipotesi venne accolta con scetticismo, ed è dunque comprensibile che i suoi ideatori (Raju Venugopalan e Kevin Dusling) guardino con molto interesse all’eventuale conferma della nuova evidenzia sperimentale fornita dalle budella super-magnetiche dell’LHC.
Alfonso Maruccia