Non ci sarà alcun congelamento, gli asset rimarranno a disposizione della parent company Lime Group e di Mark Gorton, founder del popolare client P2P LimeWire. A deciderlo , il giudice di New York Kimba Wood che già lo scorso maggio aveva condannato azionisti e CEO per aver indotto i cittadini della rete alla violazione del copyright.
A denunciare Gorton era stata la Recording Industry Association of America (RIAA) che, tra le altre richieste, voleva assicurarsi che gli asset collegati a LimeWire non venissero trasferiti verso fondi aperti con lo specifico fine di evitare di ricompensare le major del disco .
Un congelamento, dunque, invocato dall’accusa fino alla sentenza definitiva, che dovrebbe quantificare la multa pecuniaria nei confronti di Gorton e di LimeWire. Si tratta di una sanzione che – posto il massimo della pena – dovrebbe aggirarsi sui 450 milioni di dollari .
Ma nessun trasferimento sarebbe stato avviato di recente da parte degli azionisti del client P2P, evidenza che ha convinto il giudice Wood a non ordinare il congelamento degli asset. Gli interessi delle major sarebbero dunque in salvo, mentre un comunicato ufficiale di LimeWire ha sottolineato come la decisione del giudice rappresenti un positivo sviluppo nella battaglia legale in corso.
Mauro Vecchio
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Tutto sotto Creative Commons!
È l'unico modo per avere veramente una libera concorrenzaangrosRe: Tutto sotto Creative Commons!
Sì, certo, tanto i libri si traducono da soli, si correggono da soli, si editano da soli e dulcis in fundo si impaginano da soli. Anche la copertina, sorge spontaneamente dalle pagine come un parto virginale. Guardate che la gente per fare i libri LAVORA. Tra l'autore e la tipografia o l'ePUB ci sono almeno altre tre persone. E non è che 'sta gente faccia libri come fosse fare volontariato...GioCa83Re: Tutto sotto Creative Commons!
si si, ma guarda che CC non vuol dire gratis. Così come OpenSource non è Free. Il fatto che vi possano essere libri in CC e che vi si possa viverci come lavoro, dovrebbe essere una modifica della percezione del mercato da parte degli utenti stessi. Vale a dire ricompensare il lavoro pagando opere che possono comunque essere accessibili.ogni tantoRe: Tutto sotto Creative Commons!
Lo so. Ma il mondo non è CC. Mentre lavoriamo per un mondo CC, mentre cambiamo il modello di consumo, la compulsione all'acquisto, mentre spostiamo l'attenzione e la relazione sul lavoro e non sul prodotto [cfr. K Marx, Il Capitale, libro primo, capitolo 4, feticismo delle merci] e mentre rendiamo questo posto, nel nostro piccolo, più simile al migliore dei mondi possibili, ricordiamoci che prima di mandare allegramente un libro in CC, magari sarebbe carino retribuire la correttrice di bozze che ha fatto l'indice dei nomi e revisionato la bibliografia pedestre dell'autore, l'impaginatrice che ha reso il tutto leggibile, il tizio che ha comprato i diritti per le immaigni e quello che quelle immagini le ha rese decenti, ciascuno affrontando certi costi.Come ho scritto sotto, l'editore incassa al più il 20% del prezzo di copertina. Il 50, invece, va al distributore. Prima di parlare di CC, sarà il caso di farsi un'idea di chi sono gli attori nel mondo dell'editoria, dove si concentrano i poteri e, quindi, semmai, capire come agire. Perché io sarei molto felice di potere vendere in rete dei libri a 4 euro anziché 16, e la piccola casa editrice ci guadagnerebbe anche più di quanto non ci guadagna adesso, ma prima di passare a forme di CC devo accertarmi che chi lavora sia pagato. Non posso sperare nella "bontà del prodotto". Se speriamo in quella - determinata dalle vendite - in Italia finiremo con il pubblicare solo Moccia e Vespa.GioCa83Re: Tutto sotto Creative Commons!
- Scritto da: ogni tanto> si si, ma guarda che CC non vuol dire gratis.Se scegli una licenza CC che permette la distribuzione commerciale senza il permesso dell'autore in quel caso vuol proprio dire gratis.> Così come OpenSource non è Free. Veramente se scrivi Free sembra proprio che tu voglia dire Opens Source non vuol dire Libertà. Ma poi se parli italiano usa la tua lingua, visto che è solo in inglese che c'è l'ambiguità. In italiano basta dire gratis quando vuoi dire gratuito e libero quando intendi la libertà.>Il fatto che vi> possano essere libri in CC e che vi si possa> viverci come lavoro, dovrebbe essere una modifica> della percezione del mercato da parte degli> utenti stessi. Vale a dire ricompensare il lavoro> pagando opere che possono comunque essere> accessibili.I libri in CC e la gente che ci campa per il momento è una realtà che non esiste. Tu la paragoni col software open source, ma sono due cose diverse. Il software permette di offrire il supporto, mentre se io ti vendo un romanzo mica ti faccio l'assistenza. Poi il software venduto al cliente può essere fatto su misura e dato sotto licenza GPL, poi starà al cliente decidere se distribuirlo o no. Se uno fa un libro invece lo scrive per il pubblico in generale, poi vabbe' ci può essere un caso assurdo di un'azienda che commissiona un libro tecnico e lo vuole sotto CC. Ma in realtà non accade e comunque non è con il particolare che si spiega una realtà generale.Software e arte poi sono due cose diverse. Romanzi, film e musica hanno come scopo quello di esprimere qualcosa. Il software invece ha lo scopo di rendere determinati lavori più facili da fare. All'arte non puoi applicare un modello di sviluppo come quello del software. Non sono lavori che si fanno in modo collettivo, dove gente esterna fornisce le "patch". Tranne magari i libri scolastici. Ma non a TUTTI i libri come alcuni di voi sostengono.Il libro poi lo si affida a dei professionisti che fanno la revisione del testo, la correzione delle bozze ecc... Non è come dice Angros che passa un idraulico e dice la sua, poi passa un dentista e propone un'altra correzione e in serata l'autore decide quale versione gli va più a genio.E' come se un atleta facesse la tabella di allenamento in base a quello che gli dicono su Internet ogni giorno. "Ah oggi faccio gli addominali?" "Un attimo ora c'è uno che mi suggerisce di fare 30 minuti di corsa"Scrivere romanzi e scrivere un'enciclopedia su Wikipedia sono due cose diverse. La prima deve rispecchiare l'oggettività, un romanzo è anche una questione di stile di gusto e comunque per fare traduzioni e correzioni che vanno al di là degli errori di ortografia bisogna essere del mestiere.Detto questo Wikipedia è utile, ma anche piena di errori e infatti in ambito scientifico non va accettata come fonte.Magari il mondo dell'editoria cambierà, ma il lavoro professionale andrà pagato. L'idea che i libri si creeranno attraverso un network di volontari e che verranno distribuiti sotto Creative Commons è un'utopia. Magari come ho detto prima per alcune cose tipo wikipedia e i libri scolastici si può fare. Ma non per la stragrande maggioranza di testi che sono disponibili nelle librerie.A me comunque sembra che molta gente qui faccia molta retorica quando in realtà ha come solo scopo di non comprare niente. Un po' come accadeva con il satellite dove si leggevano certi pipponi sul perché non si doveva pagare, della gente che non aveva soldi ecc... Poi appena Sky ha trovato un modo per non far crackare le tessere di colpo sono apparsi 4 milioni e mezzo di abbonati.anonimoRe: Tutto sotto Creative Commons!
- Scritto da: GioCa83> Sì, certo, tanto i libri si traducono da soli, si> correggono da soli, si editano da soli e dulcis> in fundo si impaginano da soli.No, li correggono gli utenti, come si fa con le wiki.> Anche la> copertina, sorge spontaneamente dalle pagine come> un parto virginale.Ma a te di un libro interessa la copertina o interessa leggerlo?angrosRe: Tutto sotto Creative Commons!
- Scritto da: angros> - Scritto da: GioCa83> > Sì, certo, tanto i libri si traducono da soli,> si> > correggono da soli, si editano da soli e dulcis> > in fundo si impaginano da soli.> > No, li correggono gli utenti, come si fa con le> wiki.> prendiamo esempio allora da wikipedia. Il sistema wiki a mio avviso può andar bene per prodotti non di alta qualità e nei quali si rinuncia ad avere un controllo su testi e significati. E per controllo sui testi non intendo di certo un refuso di stampa ma il fatto che il testo spari solenni cavolate o che venga alterato al punto di finire snaturato.Separiamo ulteriormente la questione: testi tecnico/scientifici: qui non serve nessuna democrazia ma vale il principio di autorevolezza, riconosciuto dai suoi pari, dell'autore. In parole povere riguardo, ad esempio, a voci di natura medica, ha più autorevolezza la parola di un docente di medicina che dell'uomo della strada. Che autorevolezza posso dare ad un testo, anche scritto da un autore famoso, se poi può, teoricamente, venire devastato dalle idee dell'uomo della strada ?romanzi e altra letteratura: qui c'è il rischio che ogni opera finisca in un marasma di millemila opere derivate. Basta vedere le fan stories legate ai romanzi di sucXXXXX. Alcune possono essere anche interessanti e divertenti ma si identificano subito come opere derivate e non come gli originali.Dubito che il sistema wiki possa servire per la letteratura sia essa tecnica o scientifica.> > Ma a te di un libro interessa la copertina o> interessa> leggerlo?una copertina bella, una impaginazione chiara e precisa non dispiacciono.shevathasRe: Tutto sotto Creative Commons!
- Scritto da: angros> - Scritto da: GioCa83> > Sì, certo, tanto i libri si traducono da soli,> si> > correggono da soli, si editano da soli e dulcis> > in fundo si impaginano da soli.> > No, li correggono gli utenti, come si fa con le> wiki.Sì? Fallo con un dizionario. Magari con uno di una lingua morta. Poi, dopo, fammi anche un software che avverta tutti gli utenti che hanno scaricato l'e-book che l'e-book è stato aggiornato. Poi, visto che hai risparmiato a monte sulla correzione di bozze, avvisa tutti quelli che si sono fidati di quel testo che la citazione magari è sbagliata... Correggere un libro non è rettificare gli accenti dei "perchè" in "perché".> > > Anche la> > copertina, sorge spontaneamente dalle pagine> come> > un parto virginale.> > Ma a te di un libro interessa la copertina o> interessa> leggerlo?Ma tu, quando scegli un libro, ti affiderai anche alla copertina o no? Io ne macino uno la settimana. Mica posso sempre chiedere consiglio: ogni tanto capita di volere leggere una cosa "diversa" dalle solite cose, una cosa che magari non ti è stata indicata dal prof o suggerita dagli amici o dal domenicale del Sole24Ore. Come pensi che campi la piccola editoria senza agganci tra i recensori dei quotidiani e dei settimanali più diffusi? Con delle copertine fantastiche. Vedasi il Boris Vian uscito per :duepunti o "Gesù lava più bianco" di Minimum fax...GioCa83Re: Tutto sotto Creative Commons!
- Scritto da: angros> È l'unico modo per avere veramente una libera> concorrenzaE' anche il modo migliore per non fare una lira. A te non fregherà, ma a tanti autori sì.anonimoAntitrust a intermittenza
Che vergogna. Con questa mossa la piccola e media editoria e quel che ancora resta di indipendente verrà completamente strozzato. I grandi editori posseggono già distributori, catene di librerie e store online. Gruppi come Mauri-Spagnol (che possiede 14 case editrici), Mondadori, Feltrinelli e Rizzoli-Corriere della Sera riescono a incassare fino al 90% del prezzo di copertina, contro il 15-17% di tutti gli altri.Gli ebook e l'editoria online avrebbero potuto far aggirare agli editori il collo di bottiglia del distributore - che prende il 50% del prezzo di copertina - e contribuire all'abbassamento drastico del costo, per giunta con un aumento dei proventi anche per gli autori; e invece ci si ritrova con i soliti colossi che, anche qui, fanno la voce grossa e spazzano via tutto il resto. Sono MESI che Edigita si fa una propaganda al limite dello sconveniente, e sarà l'ennesimo modo mediante il quale i grandi gruppi faranno profitti anche sui libri fatti dagli altri. Per non dire del caso, da brivido, per cui uno è contemporaneamente editore, distributore e venditore. Solo le compagnie petrolifere fanno cose simili.E l'antitrust dice che va tutto bene?GioCa83Re: Antitrust a intermittenza
L'editoria è destinata a sparire, prima la piccola, poi la grande.angrosRe: Antitrust a intermittenza
e poi leggere diventerà un reato...buhahahahah!JosaFatmnbmnbm
mnbmnbmmnmnbmPrezzi, cataloghi, formati. Da rivedere
Prezzi alti, cataloghi monchi, formati chiusi e non compatibili con tutti i programmi e dispositivi di lettura in circolazione.Non ce ne frega un accidente di niente delle beghe commerciali / legali degli editori, né del diritto d'autore.Se la situazione continuerà ad essere questa, ci rivolgeremo alla pirateria.FunzRe: Prezzi, cataloghi, formati. Da rivedere
Non so come funzioneranno edigita, bookrepublic & c. ma Stealth di Simplicissimus non mi pare niente male. I formati sono standard (tutti epub e qualche pdf), non ho ancora visto libri protetti da DRM, e l'offerta editoriale è interessante (Iperborea e altri indipendenti).JosaFatGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiMauro Vecchio 03 08 2010
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