Se un computer con Linux, dotato di un grande sistema di storage va giù, per effettuare il reboot impiegherà un’enorme quantità di tempo. Ma ora ci sono almeno otto file system consistenti che permettono di risolvere il problema.
Il file system standard di Linux non tiene traccia delle transazioni correnti. In questo modo non si può tornare indietro. Così, in caso i crash, occorre fare la scansione dell’intero file system prima di permettere la scrittura agli utenti.
Tutte le versioni di Unix invece hanno la capacità di fare un reboot rapido. Questo perché riescono ad evitare la scansione di tutto il file system, leggendo solo il “giornale”, un file di dimensioni contenute, dove vengono riportati tutti i cambiamenti recenti avvenuti nel file system.
Tra i file system consistenti oggi disponibili citiamo:
– IBM JFS Journaling File System
– ReiserFS di Hans Rieser
– XFS dalla versione IRIX di SGI
– Un file system e un “volume manager” della Veritas Software
– ext3fs di Stephne Tweedie
– Global File System della SiStina Software
– Tux2 di Dan Philip
– Intermezzo
Il ReiserFs e il JFS sono nella versione definitiva, mentre tutti gli altri sono ancora in fase di sviluppo.
Tutti questi file system hanno in comune il fatto di scrivere ogni operazione di archiviazione su di un file separato, il “giornale”. In questo modo modo si velocizza il riavvio e soprattutto si minimizza il rischio di perdere pezzi di file.
Se poi volete un confronto sommario tra i diversi journaling file system potete leggere l’articolo di TechTarget .
A cura di noze , Soluzioni Open-Source