L'ologramma strizza l'occhio al tatto

L'ologramma strizza l'occhio al tatto

In Giappone è stato portato a termine con successo il primo esperimento che potrebbe presto far divenire obsoleti gli oggetti fisici. A favore di immagini tridimensionali solide
In Giappone è stato portato a termine con successo il primo esperimento che potrebbe presto far divenire obsoleti gli oggetti fisici. A favore di immagini tridimensionali solide

Un’immagine tridimensionale che si vede e che si tocca: l’hanno creata i ricercatori dell’Università di Tokyo, “dando corpo” ad anni di fantasie fantascientifiche in stile Star Trek. Le immagini 3D fanno insomma il loro debutto fisico nel vero senso della parola: non più, come nei videogiochi anni ’90 e nei film che impazzano al cinema, come surrogati dipendenti da occhialetti dall’estetica discutibile.

Gli scienziati in questo caso sono riusciti a realizzare una tecnologia che si serve degli ultrasuoni per dare all’utente la sensazione di toccare effettivamente l’oggetto tridimensionale , un ologramma quindi non più etereo: “Fino a oggi l’olografia era riservata al solo senso visivo – ha spiegato Hiroyuki Shinoda, uno dei ricecatori coinvolti nell’esperimento – se provassimo a toccare un normale ologramma la nostra mano attraverserebbe il fascio di luce senza alcuna modificazione fisica, ma adesso abbiamo un sistema capace di ricreare un senso tattile fittizio”.

Il successo di questo primo tentativo, effettuato con l’ausilio di un controller della Nintendo Wii e simulando oggetti relativamente semplici, dovrebbe costituire la base per uno studio sempre più approfondito che, secondo Shinoda, permetta in futuro di rimpiazzare oggetti reali con ologrammi solidi : tastiere per computer, libri e strumenti musicali potrebbero quindi essere semplicemente proiettati nel momento del bisogno.

Si è ancora lontani dalla tecnologia necessaria per la realizzazione del Ponte Ologrammi , ma Shinoda ha ribadito la sua volontà di testare ulteriormente questo sistema per renderlo utile in contesti delicati come le sale operatorie: dove il contatto con oggetti fisici può in alcuni casi compromettere la sterilità dell’ambiente.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 17 set 2009
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