L'XML in salsa Redmond viola i brevetti USA

L'XML in salsa Redmond viola i brevetti USA

Microsoft è stata condannata a risarcire un'azienda canadese che prima di tutti è arrivata a sintetizzare i principi base del formato XML. Principi finiti poi in un brevetto, che BigM ha violato con l'introduzione di OOXML
Microsoft è stata condannata a risarcire un'azienda canadese che prima di tutti è arrivata a sintetizzare i principi base del formato XML. Principi finiti poi in un brevetto, che BigM ha violato con l'introduzione di OOXML

Il discusso formato OOXML sarà diventato anche standard ISO ma alla sua base cìè un furto di proprietà intellettuale da parte di Microsoft. Lo ha stabilito una giuria del Texas, che imposto a Redmond di versare 200 milioni di dollari nelle casse di i4i Ltd. , società canadese con base a Toronto che ha registrato un brevetto per la gestione della formattazione di un documento in un file separato più di 10 anni fa.

I4i avrebbe brevettato una delle idee principali alla base dello standard XML, con l’ideazione di tag estensibili per definire qualsiasi struttura di dati archiviata nei documenti digitali anni prima che il consorzio W3C arrivasse alla stessa conclusione creando il suddetto XML. L’inclusione di tag “embedded” in OOXML costituisce secondo i giudici una modifica dell’XML senza esplicito permesso di i4i e di conseguenza una violazione del brevetto registrato presso l’ USPTO statunitense.

Si è così concluso un caso avviato dalla società canadese nel marzo 2007, che aveva portato Microsoft davanti al giudice con l’accusa di aver incluso elementi XML “geneticamente modificati” in Word 2003 e 2007, nelle librerie.NET Framework e Windows Vista. La multa comminata segue tra l’altro di poco tempo quella per la tecnologia di attivazione inclusa in Windows XP, Windows 2003 e Office.

Le reazioni alla sentenza texana sono ovviamente agli antipodi: il presidente di i4i Karen Heater ha espresso la soddisfazione della sua società in seguito alla pronuncia di colpevolezza nei confronti di Microsoft, mentre quest’ultima si dice “delusa” e promette di dare ancora battaglia in appello .

“Siamo convinti che le prove hanno chiaramente dimostrato che non abbiamo violato alcunché e che il brevetto di i4i non è valido”, commenta Microsoft, sostenendo che “l’assegnazione dei danni è legalmente e fattualmente insostenibile, ragion per cui chiederemo alla corte di ribaltare il verdetto”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 mag 2009
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