Lycos cede, vincono gli spammer

Lycos cede, vincono gli spammer

Fallito l'obiettivo dello screensaver ammazza-spam. Troppo abili gli spammer, troppe le critiche, troppo il traffico generato. Non solo, gira persino un bel giochino, un trojan che si spaccia per quel salvaschermo
Fallito l'obiettivo dello screensaver ammazza-spam. Troppo abili gli spammer, troppe le critiche, troppo il traffico generato. Non solo, gira persino un bel giochino, un trojan che si spaccia per quel salvaschermo


Roma – Si chiamava “MakeLoveNotSpam” e doveva essere la grande controffensiva degli utenti internet contro la piaga più grave che oggi investe Internet: lo spam. Ma è durata pochi giorni. Lycos, che ha promosso la campagna e i software per metterla in pratica, ha chiuso i giochi. In altre parole, hanno vinto gli spammer .

Chi si recasse sulla home page del progetto non troverà più la console che pochi giorni fa indicava i siti degli spammer da abbattere nonché il download del salvaschermo per partecipare alla campagna. Un logo è tutto ciò che rimane.

La controversa iniziativa di Lycos Europe, che attraverso la rete di computer degli utenti si riprometteva di mettere in seria difficoltà i siti web legati alle più clamorose azioni di spam, fin dall’inizio è stata presa di mira dall’astuzia degli spammer stessi, incorrendo altresì in una serie di problemi di rete tutt’altro che secondari.

Alcuni degli spammer presi di mira, infatti, hanno reagito ridirigendo il traffico in arrivo verso le pagine di Lycos , rendendo da subito il sito dello screensaver antispam difficile da raggiungere o del tutto irraggiungibile. Una mossa che, assieme alla crescita del traffico web da Lycos Europe, ha spinto una serie di provider a bloccare temporaneamente l’accesso a quello spazio web.

In qualche modo Lycos Europe ha ammesso la situazione, spiegando però a Netcraft che i problemi riscontrati in particolare da due siti obiettivo della campagna non sono interamente ascrivibili ad essa. Un modo, probabilmente, per scansare eventuali accuse di aver gestito un attacco informatico distribuito. Nei giorni precedenti aveva affermato che l’iniziativa era divenuta rapidamente troppo popolare affermando persino che presto sarebbe tornata online. Ma ciò non avverrà: Lycos Europe ha comunicato nelle scorse ore che il risultato di sollevare un nuovo dibattito sull’antispam è stato portato a casa. La diplomazia si è resa necessaria dopo la tonnellata di critiche piovute sul capo di “MakeLoveNotSpam”.

L’autorevole Herald Tribune parla ad esempio di una azione “platealmente illegale” in quanto darebbe vita a “veri e propri attacchi DoS”, ossia le aggressioni telematiche che, come noto, partendo da un alto numero di macchine connesse possono rendere inaccessibile un server web. Non solo, anche molti esperti antispam hanno aspramente criticato Lycos. Quelli di Spamhaus hanno parlato apertamente di “un abuso che cerca di schiacciare un altro abuso”.

Secondo qualcuno se l’operazione finisse qui si rivelerebbe, tuttosommato, un successo pubblicitario per Lycos, capace di attirare sulle proprie pagine masse di utenti da mezzo mondo. Ma, come ciliegina sulla torta di una partita che il portalone secondo molti ha invece perso, c’è l’ultima trovata dei virus writer che hanno preso in prestito il nome dell’iniziativa.

Da qualche ora, infatti, circola una mail che sembra inviata da Lycos e che ha in allegato in apparenza proprio il salvaschermo “MakeLoveNotSpam”. Nell’email il testo in inglese annuncia che si tratta di un modo per combattere lo spam e il nome fasullo dell’allegato è “Lycos screensaver to fight spam.zip”.

In realtà si tratta di un allegato che nasconde un cavallo di Troia che, se aperto su piattaforma Windows, consente ai writer di essere informati, attraverso una mail automatica ad un sito indonesiano, che il tal computer è stato infettato. Una volta dentro, hanno spiegato quelli della società di sicurezza F-Secure , il trojan può rivelare nomi utente, password, informazioni sulle carte di credito, indirizzi email.

Ad agevolare la diffusione del trojan inducendo gli utenti ad aprire il file, secondo gli esperti di F-Secure, potrebbe essere proprio il risalto che Lycos è riuscito a dare alla propria breve ma intensa campagna antispam.

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Pubblicato il 9 dic 2004
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