Ma come pompano le freenet

Ma come pompano le freenet

di Massimo Mantellini. Allo scadere del loro contratto annuale non saranno in pochi quelli che si chiederanno quale sia mai la ragione per doverlo rinnovare
di Massimo Mantellini. Allo scadere del loro contratto annuale non saranno in pochi quelli che si chiederanno quale sia mai la ragione per doverlo rinnovare


Web (internet) – E ‘ forse ancora troppo presto per farsi una idea esatta di come gli accessi gratuiti in Italia stiano cambiando la qualità e le modalità di accesso a Internet. Non sono passati ancora tre mesi dall’esplosione di offerte di accesso senza canone e nonostante ciò qualche considerazione preliminare la si può tentare.

Tiscali continua ad avere problemi di copertura nazionale per la sua rete di accesso. In molte regioni la compagnia di Renato Soru ha promesso l’apertura di POP a più riprese entro date che sono slittate in maniera quasi comica. In Emilia Romagna per esempio gran parte della regione doveva essere coperta ai primi di settembre, poi all’inizio di ottobre, poi il 15 ottobre, poi il 5 novembre poi il 15 e, da qualche giorno entro il 15 dicembre. Qualunque persona con un po ‘ di buon senso potrebbe consigliare a Tiscali di scrivere sul proprio sito web un meno impegnativo “prossimamente” piuttosto che indicare date del tutto ipotetiche evitando così pessime figure che mal si adattano a una società quotata in borsa.

Clubnet di Telecom del resto fa anche peggio continuando ad offrire accesso gratuito solo da 26 distretti e promettendo copertura totale entro la fine dell’anno. Si tratta in questo caso di una scelta di opportunità e non, come nel caso di Tiscali, di possibili problemi tecnici, in quanto la copertura di Telecom per il servizio gratuito è teoricamente già esistente anche non considerando i pop virtuali. Con ogni probabilità Clubnet desidera limitare il numero dei propri punti di accesso per non sovvraccaricare le linee a disposizione degli utenti paganti di Premium TIN.

Bnl più capillare copertura offrono invece altri importanti servizi di accesso gratuito come quello di Infostrada, quello di Kataweb e quello offerto da Dada attraverso Supereva, anche se quest’ultimo sembra essere afflitto da discreti problemi tecnici. Almeno quando lo abbiamo provato noi.

Va ricordato che la possibilità di registrare accessi gratuiti tramite form sul web consente molto facilmente di falsificare i dati del sottoscrittore: quasi sempre il sistema di controllo accetta dati inventati sia per quanto riguarda il codice fiscale che di qualunque altro documento identificativo. E non abbiamo notizie di account annullati in seguito a controlli di congruità dei dati, che con ogni probabilità nessuno si dà la pena di effettuare.

Dalla nostra piccola esperienza di questi mesi credo si possano estrarre un paio di dati con relativa sicurezza: la velocità di navigazione, quando si riesce a ottenere il collegamento, è generalmente buona, molto meglio di quanto ci si sarebbe potuti attendere e comunque almeno sovrapponibile a quella ottenibile attraverso accessi a pagamento di medio livello. Problemi più seri sembrano invece affliggere la continuità di funzionamento di servizi fondamentali come quello della posta elettronica che rappresenta per ora il punto debole di queste offerte gratuite.

Cosa possiamo attenderci per il futuro?

Una volta assorbita l’ondata dei nuovi utenti che si sono diluiti all’interno di offerte differenti limitando i possibili intasamenti, l’Internet senza canone italiana (non è davvero possibile parlare di Internet gratuita data la presenza della tariffa a tempo) sembra candidarsi a diventare la modalità di accesso preferenziale per chi accede alla rete in maniera occasionale. Molti degli utenti che l’hanno provata in questi mesi, paragonandola al loro accesso a pagamento non avranno osservato grandi differenze di velocità.

Allo scadere del loro contratto annuale non saranno in pochi quelli che si chiederanno quale sia mai la ragione per doverlo rinnovare.

Si aprono poi in questi giorni anche concrete possibilità di concorrenza nelle comunicazioni urbane con Wind e Infostrada che annunciano per l’inizio del 2000 l’apertura dei loro servizi di telefonia locale. E ‘ una buona notizia, secie se questo significherà, come logica vorrebbe, una riduzione delle tariffe attuali che Telecom pratica in regime di monopolio.

Il tutto con un occhio alla “convergenza” secondo la quale sempre più spesso telefonia fissa, mobile e Internet dovranno trovare modi e maniera per diventare una cosa sola. Sperando che ad avere la peggio in questo matrimonio a tre non sia come al solito il più debole che è, per ora, sicuramente Internet.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
11 nov 1999
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