Me.ga, la fenice si brucia le ali

Me.ga, la fenice si brucia le ali

Il governo del Gabon annuncia la sospensione del nuovo dominio per la rinascita del celebre cyberlocker. Kim Dotcom stizzito: abbiamo già un dominio alternativo
Il governo del Gabon annuncia la sospensione del nuovo dominio per la rinascita del celebre cyberlocker. Kim Dotcom stizzito: abbiamo già un dominio alternativo

Primi problemi per la fenice del file hosting, a poco più di due mesi dalla rinascita annunciata dal founder di Megaupload Kim Dotcom. Il governo del Gabon non ha alcuna intenzione di ospitare il nuovo presidio digitale del celebre cyberlocker , che continuerebbe imperterrito nelle sue condivisioni in chiara violazione del copyright.

Blaise Louembe, attuale ministro delle Comunicazioni in terra africana, ha così annunciato l’immediata sospensione del nuovo dominio Me.ga, aperto da Dotcom e soci per sostituire il vecchio megaupload.com tenuto in ostaggio dal governo statunitense. I server in Gabon non potrebbero essere sfruttati da “gente senza scrupoli” per attività criminose .

“Il ministro del Gabon ha utilizzato la macchina del tempo per studiare la legalità del futuro Mega – ha risposto stizzito Kim Dotcom – Il verdetto: crimine cibernetico! Vinceranno un premio di 5 dollari offerto dall’FBI”. Nessun problema per il founder di origini tedesche, che già avrebbe un dominio alternativo per la rinascita della sua piattaforma.

Dopo il rapido botta e risposta, alcuni retroscena hanno cercato di far luce sulle dinamiche alla base della sospensione del dominio Me.ga. Pare che i domini TLD del Gabon siano amministrati dall’operatore locale Gabon Telecom, una società totalmente controllata dal gruppo Vivendi, tra i principali imperi mediatici sul pianeta .

Nelle ultime ore, il nuovo dominio di Megaupload è stato dirottato verso lo spazio cibernetico occupato dal gruppo hacker Omega – il cui dominio è sempre ospitato in Gabon – che in alcuni tweet ha accusato Dotcom di megalomania, inquinando la società contemporanea alla pari delle grandi industrie dell’ entertainment .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 nov 2012
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