Megaupload, contenuti restituiti agli utenti?

Megaupload, contenuti restituiti agli utenti?

Il reporter statunitense Kyle Goodwin sarà ascoltato da un giudice della Virginia, nel tentativo di riappropriarsi dei suoi filmati sportivi. La corte tornerà sul sequestro dei server del cyberlocker
Il reporter statunitense Kyle Goodwin sarà ascoltato da un giudice della Virginia, nel tentativo di riappropriarsi dei suoi filmati sportivi. La corte tornerà sul sequestro dei server del cyberlocker

A quasi dieci mesi dal bombardamento statunitense sui territori digitali di Megaupload, la sfida legale del giornalista sportivo Kyle Goodwin vive la sua fase più calda. Il giudice della Virginia Liam O ‘Grady ascolterà l’ex-utente di Megaupload nella battaglia contro il Department of Justice (DoJ), che non vorrebbe restituire al giovane reporter i suoi filmati amatoriali sugli eventi sportivi universitari stoccati sui server del servizio.

Supportato in aula dai legali di Electronic Frontier Foundation (EFF), Goodwin potrà presentarsi davanti al giudice per offrire la sua ricostruzione dei fatti. Una situazione molto simile a quella vissuta da migliaia di utenti del cyberlocker di Kim Dotcom, privati dei propri file (legali) dopo il sequestro di oltre mille server presso la società di hosting Carpathia .

Stando ad un comunicato diramato dagli attivisti di EFF, il giudice O ‘Grady valuterà la situazione delle proprietà digitali del giornalista, per capire meglio le modalità di sequestro attuate dal governo di Washington, ma soprattutto per trovare una soluzione per la restituzione dei filmati caricati su Megaupload . Un’ipotesi che tornerebbe utile a tutti gli iscritti alla piattaforma di file hosting.

In effetti , il Dipartimento di Giustizia aveva chiesto al giudice di non ascoltare le richieste del ragazzo, per evitare un precedente. Nessun diritto costituzionale sarebbe stato violato in seguito al sequestro dei domini e dei server gestiti dalla piattaforma di file hosting , la perdita dei contenuti legittimi appartenenti agli utenti del sito secondo il Dipartimento di Giustizia non costituirebbe così “un danno irreparabile”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
8 ott 2012
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