MIT, segnale wireless riveduto e corretto

MIT, segnale wireless riveduto e corretto

Dal celebre ateneo statunitense arriva una nuova tecnologia di aggiustamento del segnale delle comunicazioni senza fili, potenzialmente in grado di garantire la ricezione anche con molto rumore di fondo
Dal celebre ateneo statunitense arriva una nuova tecnologia di aggiustamento del segnale delle comunicazioni senza fili, potenzialmente in grado di garantire la ricezione anche con molto rumore di fondo

I ricercatori del MIT hanno messo a punto una nuova tecnologia di codice di correzione degli errori (ECC) utilizzabile per incrementare la qualità delle comunicazioni su rete senza fili, garantendo la ricezione anche nei casi in cui ci sia parecchio rumore di fondo nel segnale wireless.

Gli scienziati USA hanno ideato un nuovo approccio all’invio dei messaggi cifrati (“codeword”) usati sui network mobile per testare il livello di segnale e tarare la comunicazione di conseguenza. In condizioni standard, a un maggiore livello di rumore corrisponde l’invio di un messaggio eccessivamente lungo da decodificare, oppure persiste l’impossibilità di “reggere” il segnale perché la ricezione oscilla velocemente tra il buono e il pessimo: il primo segnale “corto” restituisce un livello adeguato di segnale ma la connessione degrada immediatamente dopo.

La risposta a questo problema consiste per i ricercatori del MIT nell’invio di una codeword lunga ma spezzettata in più blocchi: invece di perder tempo a reinviare sempre il primo blocco, il sistema invia un pezzo dopo l’altro del codice finché il ricevente non ha a disposizione un numero di blocchi sufficienti a decodificare la trasmissione.

Stando a quel che sostengono i suoi ideatori, la nuova tecnologia dovrebbe essere facilmente applicabile agli attuali dispositivi mobile e non ci sarebbero ostacoli all’adozione immediata da parte del mercato: “il codice è intrinsecamente funzionale”, dichiarano i ricercatori, e già nella ricerca pubblicata sull’argomento vengono forniti specifici esempi di impiego pratico.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
15 feb 2012
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