Ieri sono iniziate le udienze presso il tribunale di appello di San Francisco alla presenza degli avvocati di Google, Epic Games e Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L’azienda di Mountain View ha chiesto l’annullamento del verdetto e della successiva ingiunzione permanente che impone profonde modifiche al Play Store. Il ricorso era stato depositato a fine novembre 2024.
Scetticismo da parte dei giudici
Al termine del processo di primo grado (avviato in seguito alla denuncia di Epic Games), la giuria ha stabilito che Google possiede il monopolio nella distribuzione delle app Android e dei sistemi di pagamento. Il giudice James Donato ha successivamente emesso un’ingiunzione permanente che impone numerose modifiche al Play Store per ripristinare la concorrenza.
L’azienda di Mountain View ha ottenuto una sospensione temporanea fino al termine dell’appello. Google non potrà però sottoscrivere accordi con operatori telefoni e produttori di dispositivi per bloccare l’installazione degli store concorrenti in cambio di denaro, condivisione delle entrate o altri benefici.
Durante la prima udienza, l’avvocato di Google ha evidenziato una serie di errori legali che hanno portato alla sentenza di primo grado. Il caso doveva essere esaminato solo dal giudice e non da una giuria. Ciò rappresenta una disparità di trattamento rispetto all’analogo caso vinto da Apple con il verdetto del giudice.
I giudici del tribunale di appello hanno evidenziato che ci sono chiare differenze tra il mondo Apple e il mondo Android. L’avvocato di Epic Games ha aggiunto che non c’è nessun diritto costituzionale ad un processo senza giuria.
Un avvocato del Dipartimento di Giustizia (che supporta Epic Games) ha sottolineato che, in caso di annullamento dell’ingiunzione, i tribunali non potranno fare il loro dovere ai sensi della legge. La decisione del tribunale di primo grado è quindi un modo molto ragionevole per favorire la concorrenza.