Mp3.com venderà anche musica Sony

Mp3.com venderà anche musica Sony

Delle cinque sorelle della discografia internazionale solo Universal Music non ha ancora firmato con Mp3.com. Il sito, un tempo considerato covo di pirati, è ora il braccio armato delle majors
Delle cinque sorelle della discografia internazionale solo Universal Music non ha ancora firmato con Mp3.com. Il sito, un tempo considerato covo di pirati, è ora il braccio armato delle majors


New York (USA) – Anche Sony ha raggiunto un accordo con Mp3.com, accordo che impegna Mp3.com a pagare danni all’azienda nipponica per 20 milioni di dollari ma soprattutto a far pagare una royalty ai suoi milioni di utenti che utilizzeranno o registreranno musica prodotta da Sony. In altre parole anche Sony, come già BMG, EMI e Warner Music, potrà sfruttare Mp3.com per far girare la propria musica in rete.

Per ottenere l’appoggio dei colossi e trasformarsi da “covo di pirati” (come fu definito dai suoi accusatori) a diffusore di musica protetta, Mp3.com ha dovuto rassegnarsi ad accettare quanto deciso dal tribunale di New York, secondo cui alcuni dei suoi servizi agli utenti costituivano un atto di pirateria.

Per le majors della discografia la causa intentata contro Mp3.com si è rivelata una manna dal cielo. Oltre ad ottenere milioni di dollari in danni, infatti, le case si sono ritrovate con un partner che è leader nella distribuzione della musica in formato mp3 sulla Rete. Un partner che consentirà loro di ottenere royalty per l’uso di musica digitale da parte di milioni di utenti internet e di accedere ad un nuovo modello di distribuzione che fino ad oggi hanno avuto grande difficoltà a comprendere e intraprendere.

Il 28 agosto prossimo, il tribunale ascolterà le richieste dell’ultima grande etichetta mondiale, Universal Music (Gruppo Seagram), che presenterà le proprie richieste di danni per i servizi di riproduzione musicale offerti da Mp3.com ai propri utenti. Un portavoce della major non ha voluto specificare lo stato dei colloqui con i rappresentanti del celebre sito ma secondo gli osservatori non è improbabile che si arrivi in tribunale con un accordo già firmato tra le parti.

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Pubblicato il
24 ago 2000
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