MS: l'antipirateria serve. Eccome

MS: l'antipirateria serve. Eccome

Microsoft snocciola i numeri del Windows Genuine Advantage. E spiega: il mercato nero della pirateria va fermato. Intanto BSA denuncia le PMI americane e va a caccia di risarcimenti milionari
Microsoft snocciola i numeri del Windows Genuine Advantage. E spiega: il mercato nero della pirateria va fermato. Intanto BSA denuncia le PMI americane e va a caccia di risarcimenti milionari

Windows Vista piratato? Il mercato dei sistemi operativi più diffusi al mondo è davvero in mano a cracker e furbetti? Forse ma, seppur lentamente, qualcosa sta cambiando . È la prospettiva a cui dà voce Microsoft con le ultime stime sui risultati del programma Genuine Software Initiative , sistema anche noto come WGA e pensato per la verifica dei prodotti sfornati da Redmond usati dagli utenti: da Windows a Office il giochino verifica che i software usati non siano craccati.

Secondo Microsoft – che pure non offre dati precisi sulle quantità di software illegale rilevato con il software WGA, la cui installazione è obbligatoria da Windows XP in poi – le vendite dei suoi sistemi operativi sono salite del 20% durante l’ultimo quarto fiscale, a fronte di un aumento di PC venduti del 14-16%.

Quel 6%-4% di scarto sarebbe costituito dai furbi di cui sopra, beccati con il sistema operativo illegale, che per poter scaricare gli aggiornamenti e ottimizzare Windows con fix e patch hanno scelto di installarne una copia legittima, rimpinguando così le casse della società produttrice. Le tante polemiche scaturite intorno a WGA, dal controllo dei dati riservati del sistema dell’utente agli incidenti derivati dall’attivazione da remoto sarebbero dunque valse a qualcosa, a dimostrazione del fatto che le componenti tecnologiche sono avvertite come una soluzione fondamentale per contrastare la pirateria informatica .

I sistemi di blindatura e di verifica, come il WGA, sono un elemento sempre più centrale, infatti, nella lotta al mercato nero, al punto che Business Software Alliance (BSA), il braccio destro dei potentati del software proprietario, ha sempre lamentato l’eccessivo lassismo da parte di taluni membri dell’organizzazione nell’implementare blindature sufficientemente vigorose e invalidanti.

Se ci sono peraltro softwarehouse che ritengono un’eccessiva blindatura una strategia controproducente , BSA non la pensa così. Il gran capo dell’Alliance, Robert Holleyman, vede per questi sistemi un futuro radioso: “La tecnologia è sempre più uno strumento consumer-friendly, che ridurrà il livello di pirateria… e renderà per i consumatori più facile interagire con il prodotto”.

Qualche lingua malevola ricorda a Holleyman i molti casi in cui le cose non sono andate lisce come vorrebbero i produttori. Come è accaduto recentemente con la protezione del videogame Bioshock , quella SecuROM che ha trasformato alcuni dei giocatori legittimi del titolo in utenti scontenti alle prese con presunti rootkit, attivazioni rifiutate e limiti ridicoli nell’usabilità.

Ma la tecnologia, come detto, non è l’unico strumento di lotta al software illegale. L’altro cavallo di battaglia di BSA rimane naturalmente la repressione , con le pesanti multe inflitte alle imprese colte col software pirata nel sacco, anzi nei computer. Il pugno di ferro in particolare contro le piccole realtà imprenditoriali statunitensi è un’attività centrale per l’organizzazione, al punto da farle racimolare nel solo 2006 13 milioni di dollari in risarcimenti e accordi extragiudiziali.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 27 nov 2007
Link copiato negli appunti