Muggiti/ Microsoft compra Red Hat

Muggiti/ Microsoft compra Red Hat

E' una bufala in piena regola quella che in questi giorni ha intrecciato le sorti di Microsoft e Red Hat e, grazie ad un piccolo espediente, ha fatto abboccare all'amo diversa gente. Ecco cos'è accaduto e come
E' una bufala in piena regola quella che in questi giorni ha intrecciato le sorti di Microsoft e Red Hat e, grazie ad un piccolo espediente, ha fatto abboccare all'amo diversa gente. Ecco cos'è accaduto e come


Roma – “Dopo mesi di trattative segrete, Microsoft ha finalmente acquisito Red Hat”. E’ questa la “notizia bomba” letta negli scorsi giorni da migliaia di persone che hanno visitato l’URL http://www.microsoft.com&item%3Dq209354@212.254.206.213/1338825GHU_98.asp (o altri simili).

E devono davvero essere migliaia se si considera che da alcuni giorni le segnalazioni della bufala appaiono in continua accelerazione. Un vorticoso giro di email accompagna la circolazione della “notizia”…

Si tratta di un falso ben ideato che, almeno in un primo momento, ha preso tanti all’amo. La sua efficacia la deve proprio alla URL riportata in precedenza: un indirizzo che, di primo acchito, e soprattutto per i meno esperti, sembra puntare verso una pagina appartenente al sito “www.microsoft.com”.

In realtà, osservando più attentamente l’URL, si può scoprire il sottile inganno: l’indirizzo del server che ospita la bufala non è infatti quello del sito di Microsoft, ma ciò che sta dopo la chiocciolina (@), ovvero l’IP 212.254.206.213. Il motivo, come alcuni sapranno, è che una URL ha la seguente struttura: utente:password@server:porta/percorso . Tutto ciò che sta prima della chiocciolina è quindi in realtà solo una stringa costituita da un nome utente e da una password: in questo caso il blocco di caratteri “www.microsoft.com&item%3Dq209354”. Se al posto di questa stringa si mette qualsiasi altra serie di caratteri, il risultato non cambierà: la pagina visualizzata sarà sempre “/1338825GHU_98.asp” dell’host 212.254.206.213.

La dimostrazione di quanto detto è che il “trucchetto” può essere utilizzato anche con altri siti: digitando, ad esempio, http://www.microsoft.com&item=q209354@www.punto-informatico.it/ non si finirà affatto sul sito di Microsoft ma sulla home page di Punto Informatico. Questo perché per i siti web che non prevedono il log-in degli utenti con questo sistema, tutto ciò che si trova prima della chiocciolina viene semplicemente ignorato.

L’autore della bufala si è poi divertito a fornire alcuni dettagli sull’acquisizione che hanno fatto venire i brividi freddi a quei (pochi, parrebbe) sostenitori di Linux caduti nell’inganno.

“Nei mesi a venire Microsoft integrerà la distribuzione Red Hat Linux nel suo ambiente.NET. Il cuore del sottosistema di Windows XP sarà integrato nella nuova distribuzione Linux.NET. XFree probabilmente sparirà visto che Microsoft ha segretamente portato il suo ambiente desktop in Linux.NET. Le vendite inizieranno durante metà marzo. Gli attuali possessori di Red Hat Linux 7.2 e Red Hat Linux Professional avranno uno sconto sull’aggiornamento”.

In passato Microsoft intimò la chiusura ad alcuni siti burla che imitavano il look e la struttura del proprio sito istituzionale: fra questi anche il celebre e sempre in vita www.mslinux.org .

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Pubblicato il
4 feb 2002
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