Napster, Sony e il falegname

Napster, Sony e il falegname

Il falegname, terminata la costruzione della sua casa, ha iniziato a metter su una gabbia e ha convinto i suoi amici a sbatterci dentro il proprio alter ego
Il falegname, terminata la costruzione della sua casa, ha iniziato a metter su una gabbia e ha convinto i suoi amici a sbatterci dentro il proprio alter ego


Web – Sony Broadway, Sony Classical, Sony Classical/Sony Music, Sony Direct, Sony Discos, Sony Masterworks, Sony Music Entertainment, Sony Music Special Products, Sony Portrait, Sony Wonder: cosa sono? Sono le numerose società del gruppo Sony che aderiscono alla RIAA , l’organizzazione dei discografici che è riuscita ad ottenere l’ingiunzione per sospendere fino alla fine del processo in corso i server di Napster .

Curioso che all’interno della RIAA si trovi proprio Sony, la stessa azienda che nel 1984 riuscì vittoriosamente a fronteggiare l’offensiva dei suoi amici di Hollywood che vedevano nei videoregistratori giapponesi la fine del proprio business. All’epoca Sony sostenne che non poteva essere processato il mezzo, visto che non il mezzo ma l’uso che qualcuno avrebbe potuto decidere di farne avrebbe costituito pirateria sui preziosi film dell’industria cinematografica.

Ma dal 1984 molti anni sono passati, e tanti piccoli falegnami, o forse uno solo grande e grosso, hanno costruito una nuova casa per l’industria discografica, per quella cinematografica e, già che c’erano, anche per la multinazionale giapponese. Una casa costruita bene, con fondamenta di ebano massiccio, indistruttibile e solo minimamente scalfibile dal fuoco che arde online. Tanto bene che sono bastati questi anni per ribaltare completamente quel concetto.

Adesso Sony e i suoi ritrovati amici accusano Napster di favorire la pirateria, riescono a persuadere il giudice del processo che “chi ha creato Napster ha creato un mostro” (il magistrato ha detto proprio questo) e addirittura riescono ad imporre la sua sospensione. Tornassimo al 1984, gli stabilimenti dedicati alla costruzione dei videoregistratori Sony sarebbero stati fermati e messi sotto sequestro giudiziario.

In queste ore, con la complicità di una stampa facilona, si riesce a ridurre il fenomeno pirateria in Rete, che è un fenomeno complesso quanto la natura della Rete stessa, “alla fantasia malata” di programmatori che hanno partorito “quel software maledetto”. Tradotto: il falegname, terminata la costruzione della sua casa, ha iniziato a metter su una gabbia e, appena pronta, ha convinto i suoi amici apprendisti a sbatterci dentro il proprio alter ego.

Così come Hollywood nel 1984 sapeva che non avrebbe potuto controllare né trascinare in tribunale chi avesse copiato film illegalmente sfruttando i videoregistratori, oggi la RIAA sa benissimo che i pirati della musica che si annidano tra i venti milioni di utenti Napster non possono essere perseguiti. Sono troppi e per di più sono sparsi in tutto il Mondo.

Nelle scorse ore il falegname ha dimostrato di avere una certa età, la vista gli è calata e gli spessi occhiali non gli offrono quello che ha perso con gli anni. Così la sua sega è andata a tagliare laddove c’era solo da incollare, da imparare e da costruire. Tutto fa pensare che in futuro quella sega continui a ridurre a trucioli quello che viene messo sul tavolo. Che non sia ora di chiudere bottega?

Paolo De Andreis

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Pubblicato il 28 lug 2000
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