NASA, comunicazioni integrate silicio-fotoni

NASA, comunicazioni integrate silicio-fotoni

L'agenzia statunitense pianifica di testare un nuovo chip per le comunicazioni a base di luce, una tecnologia potenzialmente in grado di rivoluzionare telematica e informatica sulla ISS come anche sulla Terra
L'agenzia statunitense pianifica di testare un nuovo chip per le comunicazioni a base di luce, una tecnologia potenzialmente in grado di rivoluzionare telematica e informatica sulla ISS come anche sulla Terra

NASA ha annunciato il prossimo test di un chip chiamato LCRD (Laser Communications Relay Demonstration), un modem realizzato secondo i dettami della silicon photonics e che quindi integra sia transistor al silicio che sensori fotonici su un unico componente nelle dimensioni di un cellulare.

LCRD

LCRD è in grado di trasmettere, ricevere e processare le comunicazioni ottiche convertendo i segnali luminosi (fotoni) in input elettronici direttamente interpretabili dai circuiti al silicio, un tipo di tecnologia su cui sono già al lavoro molti dei colossi tecnologici terrestri (Intel e IBM in primis).

L’agenzia spaziale statunitense pianifica di realizzare e spedire il chip LCRD sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) entro il 2020, anno in cui verranno eseguiti i test di comunicazione nell’orbita bassa del pianeta. Una volta nello spazio, LCRD farà parte del sistema LCRD LEO (low-earth orbit) User Modem and Amplifier o ILLUMA.

L’obiettivo di ILLUMA è di replicare gli esperimenti di comunicazione ottica spazio-Terra già condotti con la sonda lunare LADEE , e NASA spera di estendere i benefici della nuova tecnologia all’industria e alle altre agenzie governative federali degli Stati Uniti.

La fotonica integrata al silicio si è oramai sviluppata al punto da poter essere prodotta in massa grazie ai comuni processi litografici usati per i chip al silicio, sostiene NASA; oltre a rivoluzionare l’intero mondo delle tecnologie informatiche, inoltre, la silicon photonics potrà giovare di una prevedibile riduzione dei costi produttivi una volta fatta breccia nel business.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 3 feb 2016
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